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TRAGEDIA IN TRENTINO

Morto in Val di Sole: «Antonio era innamorato di queste montagne»

Cordoglio per il castelleonese di 79 anni originario di Vailate, trovato senza vita nei giorni scorsi in un crepaccio nei boschi di Pellizzano

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

09 Agosto 2025 - 20:36

Morto in Val di Sole: «Antonio era innamorato di queste montagne»

CASTELLEONE - «Era innamorato della Val di Sole e la Val di Sole lo era di lui». Antonio Cappellini, il castelleonese di 79 anni originario di Vailate, trovato senza vita nei giorni scorsi in un crepaccio nei boschi di Pellizzano, era una persona estremamente riservata ‘in patria’ ma un’istituzione, quasi un simbolo, tra le cime. O almeno così lo descrivono gestori e habitué delle malghe di terra trentina che hanno reagito con uno shock e un dolore tanto profondi da eguagliare il cordoglio sotto alla Torre Isso, immediatamente manifestato dal sindaco della cittadina adottiva, Federico Marchesi.


Il tragico epilogo del giallo che ha visto come infausto protagonista il fungaiolo cremonese ha scosso le Dolomiti e riacceso i riflettori sul tema della sicurezza ad alta quota, sollevando importanti interrogativi. Cappellini mancava all’appello da mercoledì, quando era stato visto per l’ultima volta alla Malga Alta di Fazzon, sopra l’abitato di Pellizzano. Aveva pranzato lì, lasciando la sua auto con il telefono cellulare all’interno, nei pressi della struttura. Un dettaglio che, fin dalle prime ore, ha complicato le ricerche impedendo la localizzazione tramite le tecnologie di tracciamento. A lanciare l’allarme, giovedì sera, era stato un compagno di avventure escursionistiche che da oltre un giorno non riusciva a mettersi in contatto con lui.


Da quel momento si è messa in moto una macchina dei soccorsi imponente, con dimensioni titaniche e forse mai viste prima per una ricerca individuale: oltre 120 operatori tra Vigili del fuoco, sezione soccorso alpino della Guardia di finanza, Protezione civile con unità cinofile, tutti i militari dell’Arma stanziati in Val di Sole, Rabbi, Pejo, Vermiglio, Valle di Non e Alta Valle di Non, oltre al corpo di soccorso alpino e speleologico trentino. Nella notte tra giovedì e venerdì sono state battute le strade forestali e preparate le aree di ricerca, mentre il campo avanzato veniva fissato proprio alla Malga Alta di Fazzon.


Si era valutato anche l’impiego di un elicottero con sistema Imsi Catcher per captare segnali di cellulare, come in altri salvataggi, ma in questo caso l’assenza del telefono addosso alla vittima ha reso impossibile tale supporto. Le ricerche si sono quindi concentrate via terra, con l’ausilio di droni hi-tech dotati di termocamere. Proprio uno di questi ha individuato il corpo senza vita di Cappellini venerdì sera, poco dopo le 20.30, in un piccolo dirupo ai piedi di alcuni salti di roccia, tra il lago dei Caprioli e la Baita Regina del Bosco, a circa un chilometro dal punto in cui aveva lasciato l’auto.


L’ipotesi più probabile è che sia scivolato accidentalmente, ma non si esclude un malore. Saranno gli accertamenti medici a stabilire la causa della morte. La salma è stata ricomposta nella camera mortuaria del cimitero di Pellizzano, dove in molti, amici, villeggianti, albergatori, hanno voluto rendergli omaggio.


Da anni Cappellini trascorreva le estati in Val di Sole. Amava camminare, esplorare i boschi, cercare funghi, vivere la montagna con discrezione e rispetto. Lo faceva senza cercare oneri od onori, per puro amore. Un amore ricambiato, come testimoniano i messaggi di cordoglio che arrivano da entrambi i suoi mondi: quello trentino, dove era considerato ‘uno di casa’, o meglio di ‘baita’, e quello cremonese, dove la notizia ha lasciato sgomenti amici e conoscenti.

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