Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

3 MINUTI 1 LIBRO. VIDEO

Castori in orbita e tante altre storie

Esordio del 21enne cremasco Aschedamini tra sentimenti e poetiche metafore

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

22 Ottobre 2025 - 05:15

CREMA - «Le immagini evocate dai miei racconti vogliono trasmettere sentimenti, stati d’animo e l’orangotango del titolo e che sta in copertina probabilmente rappresenta al meglio l’intera raccolta. Lo vediamo di spalle seduto sulla valigia, sta per partire. Certo non è un personaggio razionale, ma una fonte poetica, come peraltro vorrei che fosse l’intero libro». Si innamora di una balena, «che poi è Moby Dick, oppure la balena del profeta Giona, qualcosa che sfugge oppure ci inghiottisce». Già da queste poche frasi si intuisce dell’esordio nella narrativa di Matteo Aschedamini, 21 anni, studente di Lingue e e letterature straniere.

TRA ESOPO E BORGES

Ottanta racconti brevi con un filo rosso che li accomuna, una sorta di via di mezzo fra Jorge Luis Borges, Esopo e Lafontaine, con animali incarnazione di caratteristiche umane. Ricco di metafore, accostamenti letterari, visioni. Una prova d’autore non sempre di facilissima interpretazione, ma certamente capace di proiettare in un mondo onirico e guidare il lettore nella propria intimità più profonda. Aschedamini ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista online. Scrive in ‘Baciare un fantasma’: «Io e donna Bianca ci facevamo compagni nel viaggio diurno, nel chiacchiericcio dei pendolari come messi di faraoni che recano nuove di terre aliene, e nel viaggio serale, fendendo l’assopimento delle cravatte con un sorriso d’intesa».

PER CHI VUOLE SPERIMENTARE

Frasi apparentemente lontane da terra, ma figlie di esperienze molto terrene e ricche di umanità. Come l’impegno di volontario in un centro di aiuto allo studio per ragazzi alla parrocchia della Santissima Trinità di Crema, del suo praticare boxe, giocare al calcio e suonare la chitarra. Un ragazzo che sa amare e vivere la propria quotidianità senza però perdere di vista le profonde questioni di prospettiva. Per condividerle. Da qui la scelta del racconto breve: «Ci voleva qualcosa in stile Tik Tok, di veloce consumazione. Se mi fossi messo a scrivere storie di sette o otto pagine, i miei coetanei, a cui principalmente mi rivolgo, non avrebbero mai letto il libro, perché l’attenzione media è di 60 secondi». È così che compaiono, tra gli altri, ‘Cocchieri sull’Olimpo’, ‘L’uomo luna nella terra di Mezzo’, ‘Farfalle distratte’, ‘Un castoro in orbita’ e ‘Uomini persi nello spazio’. Matteo parla della necessità di rispettare il tempo e investire sulla speranza, però buona parte dei racconti si conclude con lo svanire dei protagonisti. «Ci sono diversi filoni. Quello degli uomini, che rappresentano idee, stati d’animo, e molto spesso vanno incontro a una morte, che però è solo apparente. C’è anche un racconto, poetico, ‘Impiccarsi con un girasole’, che parla di un tizio che prova a spararsi con un fiore, una rosa, non ce la fa, allora cerca di impiccarsi con un girasole». I racconti sono stracolmi di metafore. «Sì, ma non complicate. Probabilmente il tutto non è di facilissima lettura, mi auspico che possa arrivare a chi ha un po’ di voglia di sperimentare».

VIAGGIO NEI SENTIMENTI

Tanta filosofia e poesia, poca struttura narrativa «perché non era quello l’obiettivo. Diciamo che è stato uno sbizzarrirsi». Un lasciarsi andare nel quale trovano posto un caimano che ha paura della luce e tante altre suggestioni. «Ci sono personaggi che si comportano in maniera particolare, anche contraddittoria. Il caimano ha paura della luce perché ha vissuto una vita nella nebbia e ormai si è abituato, così come abbiamo ‘L’uomo funambolo’ cui un sindacalista chiede di venire giù perché c’è il pericolo, e spegne l’universo. Lui, però, usando le stelle continua a andare sulla sua corda invisibile. A legare i racconti è il filo rosso dei sentimenti. Magari anche il terrore, ma comunque un impulso emotivo.

BOMBE COME COCOMERI

«Per esempio ‘Il palombaro nel castello’, che si trova su un castello di sabbia sul fondo del mare e si sente soffocare perché la pressione lo spinge sempre più giù. ‘Alle periferie dell’anima’ invece parla della paura del sentimento, quindi di decidere di pietrificarsi per far sì che le emozioni non ci possono fare male. Ne ‘La tempesta solare’, due personaggi discutono dell’imminente cataclisma come se fosse capace di risolvere il mondo e passano dalla filosofia alta a quella spiccia, sul proprio rapporto con la vita, con la religione, con il teatro. C’è un altro concetto che mi intriga, l’incomunicabilità di chi si arrocca su sciocchezze quando invece abbiamo la necessità di concentrarci su questioni concrete e reali. Altri racconti che parlano di cose che dovrebbero funzionare in un modo, ma in realtà vanno in altre direzioni. Per esempio, ‘Piovono gitani’, parla di aziende che producono armi, le chiamo cocomeri, ma anche rom per far sì che la popolazione si distragga, ‘Ah, questi maledetti cattivoni’, mentre nel frattempo la produzione di armi procede senza ostacoli. Morale: non si è mai visto un rom cadere dal cielo e far esplodere un condominio».
Cosa vorrebbe che restasse a chi legge il libro? «Siccome sono un fan sfegatato di Gianni Rodari, per me ‘Grammatica della fantasia’ è come la Bibbia, mi piacerebbe che rimanesse quel tendere alla letteratura un po’ come fanno i bambini provando il piacere che si ricava dall’immagine che si crea con la letteratura, sull’esempio di quanto accade nei più piccoli di fronte a libri illustrati».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400