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Maxi incendio a Rodi, la testimonianza di una coppia cremonese

Adriano Vaia e la moglie Lorena si trovano a Katavia, a 25 chilometri dal fronte di fuoco: «Noi a due passi dall'inferno. Temiamo il disastro»

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

24 Luglio 2023 - 17:47

CREMONA - «Passo le mie vacanze a Rodi da oltre 25 anni, di incendi ne ho visti parecchi, ma un disastro di queste proporzioni non mi è mai capitato». Inizia così il racconto di Adriano Vaia, cremonese in vacanza con la moglie Lorena a Rodi, dove ha la casa di famiglia. Nel piccolo villaggio di Katavia, situato a sud, la famiglia Vaia passa la maggior parte dell’estate godendo delle bellezze naturali di una delle più grandi isole del Dodecanneso. Questo fino a due giorni fa, quando Rodi è diventata scenario di uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi tempi.

«Il nostro paese – continua Vaia – è a circa 25 chilometri dal primo comune interessato dagli incendi, Gennadi; da lì fino a Kiotari si estende uno dei tre principali fronti di fuoco. Al momento tutte le forze sono impegnate a contrastare proprio l’incendio a Gennadi per evitare che le fiamme arrivino a lambire la nostra zona. Sarebbe un vero disastro per noi e per l’isola». Se non si dovesse riuscire ad arginare gli incendi la situazione diventerebbe drammatica: «A Gennadi i pompieri hanno scavato dei fossati tagliafuoco per impedire che le fiamme raggiungessero le vicine foreste; Rodi, così come gran parte delle isole greche è piuttosto verdeggiante e la propagazione del fuoco è molto rapida. Le pigne poi, con la resina, diventano vere e proprie bombe che fanno danni enormi».

Adriano Vaia e la moglie Lorena, testimoni del terribile incendio

Il gran caldo di questi giorni non aiuta e gli incendi sembrano impossibili da domare in quello che ormai sta diventando un incubo, come evidenzia Vaia: «Tutto è cominciato nella zona nord nei paesini di Embona e Malona; i piccoli focolai sono diventati incontrollabili e quindi ingestibili perché qui il Meltemi, un vento simile al Maestrale, ha una forza incredibile e viaggia fino ai 50 chilometri orari. In un attimo gli incendi si sono propagati nelle zone antistanti fino a Gennadi e Vhati». Il villaggio di Malona è stato completamente evacuato e pompieri, protezione civile e volontari sono all’opera per evitare che il fuoco arrivi a Gennadi.

«Qui, tra l’altro, c’è un torrente che è una linea tagliafuoco naturale, ma gli incendi sembrano inarrestabili. Così come a Vathi: domenica sembrava che le fiamme fossero domate, speravamo che ci fosse una regressione, poi l’incendio ha ripreso vigore». Migliaia di ettari di foresta sono andati distrutti insieme a molti resort, strutture turistiche e abitazioni private. «Sappiamo che nella zona di Kiotari tante verande hanno preso fuoco e solo l’intervento dei pompieri ha evitato il peggio — prosegue Vaia —. Qui a Katavia speriamo che il fuoco non arrivi; per ora non abbiamo l’energia elettrica e questo è sicuramente un disagio, anche perché le pompe per l’acqua vengono alimentate proprio ad energia. Il rischio è che finisca l’acqua entro qualche giorno. E purtroppo ci stanno mettendo tanto, forse troppo, a domare questi incendi che sembrano davvero non volersi spegnere».

Una situazione davvero disastrosa, che ha mobilitato l’intera Grecia, ma anche l’Europa. Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis durante il suo intervento in Parlamento ha parlato proprio di guerra contro gli incendi, ma anche di speranza di ricostruzione di tutto ciò che andato perduto. Non si è fatto attendere anche il tweet della presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola che ha assicurato l’aiuto dell’Europa.

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