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Mario Melazzini, Il medico malato di Sla sabato al Caffè Letterario

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

13 Maggio 2016 - 14:02

Mario Melazzini, Il medico malato di Sla sabato al Caffè Letterario

Crema - Centro culturale Sant’Agostino, ore 17.30

CREMA —Sarà Mario Melazzini – medico e attuale presidente del l’Agenzia italiana per il farmaco – il prossimo ospite del Caffè Letterario: l’appuntamento è per sabato 14 maggio alle 17.30 presso la sala Pietro da Cemmo, all’interno del centro culturale Sant’Agostino. La presentazione sarà scandita dagli intervento musicali del duo Enrica Fabbri (soprano) e Simone Bellucci (chitarra). L'ingresso è libero. Questa serata è resa possibile grazie al fondamentale contributo degli sponsor che sostengono l’attività del Caffé Letterario di Crema: Formazienda, il Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua, Associazione Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca, Fapes di Sergnano, Comitato Soci Coop di Crema, libreria Il Viaggiatore curioso di Crema, Icas di Crema, il quotidiano La Provincia di Cremona e Crema. A 45 anni, Mar io Melazzini, medico e attuale presidente dell’Aifa, l’Agenzia Italiana per il Farmaco, scoprì di essere malato di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), terribile malattia degenerativa. E fu l’inizio di un lungo percorso di accettazione dei propri limiti, per arrivare alla consapevolezza che una malattia che mortifica e limita il corpo non significa necessariamente l'impossibilità di una vita piena e realizzata. Un percorso iniziato il 17 febbraio 2002 quando il piede sinistro non è riuscito ad agganciare il pedale della bicicletta per i 40 chilometri di corsa quotidiana. Nel libro ‘Lo Sguardo e la Speranza. La vita è bella, non solo nei film’ (San Paolo) racconta senza filtri e senza sconti la propria storia con uno stile che colpisce per schiettezza e trasparenza. Nonèenon si considera un superuomo, Melazzini. Il ‘Libro di Giobbe’ sempre sul comodino (la vita del personaggio biblico è provata da un dolore inspiegabile), il suicidio assistito già prenotato nell’estate del 2003 in una clinica svizzera (dove non si è mai presentato), il bisogno costante di badanti che lo lavino, lo preparino per la notte, gli somministrino le medicine e lo attacchino al ventilatore e alla pompa per nutrirsi, il medico conosce il senso del limite: «A un certo punto ho cominciato a non guardare più indietro —racconta nel libro — . Ma a chiedermi checosa, anchenellecondizioni in cui ero, avrei potuto fare». Nella sua autobiografia Melazzini racconta le crisi personali nella lotta contro la malattia e il percorso che lo ha portato ad assumere importanti incarichi nella battaglia per la tutela dei malati e per la ricerca scientifica. E spiega quanto un nuovo ‘sguardo’ posto sull’altro possa rivoluzionare il percorso di cura e dare concreta speranza, come fonte di fiducia nel futuro. Il ricavato della vendita dell'autobiografia, pubblicata da San Paolo, è destinato esclusivamente a sostegno della ricerca.

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