Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

La ricerca di Angela Biscaldi

Responsabilità educativa nei nidi e asili della città

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

09 Dicembre 2013 - 15:40

Responsabilità educativa nei nidi e asili della città
'Etnografia della responsabilità educativa'
di Angela Biscaldi
Archetipolibri, pagine 260, € 21
E’ uno spaccato dell’esistente, è un motivo di riflessione per i genitori, per chi ha figli in età da asilo o elementare, ma anche oltre. Angela Biscaldi, ricercatrice in antropologia culturale presso il dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università degli Studi di Milano, firma la ricerca dal titolo: Etnografia della responsabilità educativa, pubblicato da Archetipolibri (pagine 260, 21 euro). Il titolo potrebbe trarre in inganno e far pensare ad un lavoro specialistico e per antropologi, ma così non è, anzi è un volume che non può che essere consigliato a chi è genitore ed educatore. La natura scientifica della ricerca sul campo non ostacola la lettura di un libro che dice molto dell’e ssere genitori oggi, che fotografa con chiarezza ed un linguaggio diretto e preciso la condizione in cui si trovano ad agire i genitori alle prese con la complessità del mondo e senza più punti di riferimento, senza più un orizzonte verso cui proiettare il futuro del nucleo familiare e l’edu cazione dei figli. Il volume va in cerca della definizione e della documentazione del senso diresponsabilità — educativa e affettiva—che caratterizza o dovrebbe caratterizzare l’agire educativo di mamma e papà, delle maestre ma anche degli stessi bambini. Angela Biscaldi ha preso in esamela realtà delle scuole cremonesi: nidie maternecoprendola fascia che va da 0 a 6 anni. Il volume è frutto di una ricerca sul campo importante per il numero di soggetti coinvolti. Sono stati interpellati nelle scuole comunali: 1029 bambini di cui 305 migranti, sedici educatrici, 38 famiglie. In 207 bambini hanno prodotto elaborati grafici; nelle scuole statali sono stati coinvolti 411 bambini di cui 79 migranti, sette educatrici, 28 famiglie e sono stati prodotti dai bambini 104 disegni. Per quanto riguarda le scuole paritarie hanno aderito 363 bambini di cui sette migranti, otto educatrici 20 famiglie e sono stati prodotti 111 elaborati grafici. 
La peculiarità della ricerca è data non solo dal campione consistente preso in esame da Biscaldi, non solo dalla natura approfondita delle interviste che hanno permesso di tracciare una disanima delle pratiche educative e relazionale importante ma anche dalla mole di disegni realizzati dai bambini a cui è stato chiesto: disegna chi ti sgrida quando sei a casa e fai qualcosa che non va (l’esercizio dell’autorità), disegna che gioca con te quando sei a casa (la dimensione della cura), disegna chi ti accompagna dal pediatra quando sei ammalato (la gestione da parte dei genitori della relazione con il mondo esterno non scolastico). Nella scansione delle sezioni del libro Angela Biscaldi intervista e riporta le voci degli educatori e documenta le pratiche educative, i pareri dei genitori —mamme soprattutto—ma si interroga anche sulla responsabilità dei bambini, oltre a descrivere la realtà di chi è migrante. Tante e variegate le risposte, ma soprattutto in E tnografia della responsabilità educativ a tanti sono gli spunti di riflessione su un approcci educativo e pedagogico che fa dell’in - dividuo il suo centro, volente o nolente. «Se i genitori intendono la responsabilità in termini di cura e di soddisfacimento dei bisogni dei figli, e pensano che il lorocompito siafaredi tuttoper renderli felici — scrive Angela Biscaldi —, gli educatori definiscono il loro obiettivo perlopiù in termini di offerta di esperienze positive e di costruzione di un ambiente di apprendimento sereno e piacevole. Manca del tutto il riferimento alla comunità, ad una progettualità sociale condivisa». La responsabilità legata ai bambini è un punto interrogativo «la responsabilità pare così qualcosa che arriverà ai figli improvvisamente e non l’esito di progressive pratiche di responsabilizzazioni », scrive insededi conclusioni l’an tropol oga. L’esito di tutto ciò è l’immagine di un «bambino debole, da tutelare, preservare dalle esperienze negative, nonché sollevare da ogni peso/responsabilità. Una moltitudine di adulti si avvicendano alacremente attorno a lui per garantirgli occasioni di apprendimento, spensieratezza e divertimento. Più gli altri si affaticano, più il bambino diventa passivo, apatico, annoiato ». Le definizioni e conclusioni spesso tranchant di Angela Biscaldi sono delle belle e utili stilettate, lo stile immediato e chiaro rende la lettura di Etnografia della responsabilità educativa una lettura quasi obbligatoria per chi ha figli, una sorta di immersione per un esame di coscienza e la consapevolezza che la difficoltà di declinare ‘il senso di responsabilità’ è il risvolto di una mancanza di orizzonte sociale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi