C’è una generazione di attori
che non si limita a salire sul palcoscenico,
non si limita a costruire su di sè
personaggi o a interpretarli, ma vuole
essere pensiero di carne, sudore e sangue.
Il teatro oggi più che mai è luogo
portatore sano di pensiero in cui si scambiano
le idee con in più la carnalità delle
emozioni. A questa generazione di attori
appartiene Luca Micheletti, originario
di Brescia con un passato scoalstico tutto
cremonese, ultimogenito della famiglia
Micheletti che è famiglia di capocomici
molto nota sul territorio. Il fratello
di Luca Micheltti, Stefano è fra l’altro
assessore alla cultura di Castelleone.
Detto questo, Luca Micheletti è uno che
non si risparmia e non solo sulla scena.
La casa editrice Diabasis ha infatti appena
pubblicato l’ultima fatica di traduttore
e curatore di Micheletti che ha
dato alle stampe la pièce di Bernard-Marie
Koltès, Voci Sorde, pubblicazione inserita
nella collana Il castello di Atlante.
«Il volume presenta la prima traduzione
italiana di un copione ‘disperso’ ed
emblematico di Koltès—Des voix sourdes
(1974), nato come radiodramma —
cui Micheletti fa accompagnare un’indagine
critica della produzione drammaturgica
dell’autore francese all’altezza
dei primi anni Settanta, periodo in cui
andavano formandosi alcuni cardini
concettuali ed estetici che saranno poi
della sua poetica matura, inscritta en
abyme nelle sue opere giovanili e stratta
tra gli strani e contraddittori confini di
un posmodernismo engagé», si legge
nelle note al volume. Come accadrà nelle
opere mature del drammaturgo anche
in Voci sorde è il confrontarsi di corpi e
parole, è la parola a farsi corpo che colpisce,
ma l’idea del combat che sarà chiaro,
stringente, drammatico nella pièce
Nella solitudine dei campi di cotone in Voci
sorde «è ancora smarrita nell’ipertrofico
ed esuberante lirismo che fu tratto tipico
del giovane drammaturgo, e in esso
va stemperandosi il potenziale sovversivo
di un’opera senz’altro volta ad indagare
la questione delle classi come motore
dialettico della storia», chiosa Micheletti.
C’è una generazione di attori che non si limita a salire sul palcoscenico,non si limita a costruire su di sè personaggi o a interpretarli, ma vuole essere pensiero di carne, sudore e sangue. Il teatro oggi più che mai è luogoportatore sano di pensiero in cui si scambianole idee con in più la carnalità delleemozioni. A questa generazione di attori ppartiene
Luca Micheletti, originario di Brescia con un passato scoalstico tuttocremonese, ultimogenito della famiglia Micheletti che è famiglia di capocomicimolto nota sul territorio. Il fratello di Luca Micheltti, Stefano è fra l’altro assessore alla cultura di Castelleone. Detto questo, Luca Micheletti è uno chenon si risparmia e non solo sulla scena.La casa editrice Diabasis ha infatti appenapubblicato l’ultima fatica di traduttoree curatore di Micheletti che hadato alle stampe la pièce di
Bernard-Marie Koltès,
Voci Sorde, pubblicazione inseritanella collana Il castello di Atlante.«Il volume presenta la prima traduzioneitaliana di un copione ‘disperso’ edemblematico di Koltès—Des voix sourdes(1974), nato come radiodramma —cui Micheletti fa accompagnare un’indagine critica della produzione drammaturgica dell’autore francese all’altezza dei primi anni Settanta, periodo in cuiandavano formandosi alcuni cardini concettuali ed estetici che saranno poi della sua poetica matura, inscritta enabyme nelle sue opere giovanili e strattatra gli strani e contraddittori confini di un posmodernismo engagé», si leggenelle note al volume. Come accadrà nelleopere mature del drammaturgo anchein Voci sorde è il confrontarsi di corpi eparole, è la parola a farsi corpo che colpisce,ma l’idea del combat che sarà chiaro, stringente, drammatico nella pièce
Nella solitudine dei campi di cotone in Voci sorde «è ancora smarrita nell’ipertrofico ed esuberante lirismo che fu tratto tipico del giovane drammaturgo, e in esso va stemperandosi il potenziale sovversivo di un’opera senz’altro volta ad indagarela questione delle classi come motore dialettico della storia», chiosa Micheletti.