Volti scritti nel legno, nei muri sbrecciati, nelle foglie e nel cielo: sono i frutti delle Sedimentazioni del fotografo Vittorio Dotti, protagonista di una omonima mostra allestita fino al 6 luglio alla Libreria del Convegno di corso Campi e legata alla pubblicazione di un libro che, nel sottotitolo, racconta di «Savietà e demenza insieme meglio evidenziando nel terrore la carenza ambigua d’ogni nativo incanto».Dotti è un pioniere, la sua fotografia intreccia volti umani a superfici (apparentemente) inanimate. Nel volume, edito da Mauri 1969, le foto incontrano la parola scritta, con acrostici abbozzati su pagine semitrasparenti rivigorite dalla pagina fotografica, solida e in bianco e nero, seguente. «La metamorfosi dalla citazione all’acrosintagma è resa formalmente dalla dualità del carattere tipografico, qui più che mai al servizio della chiarezza di un testo. Da due l’uno, dalla distinzione la fusione, dall’analisi la sintesi di una nuova visione, che mette alla prova il coraggio e la pazienza di chi caparbiamente vuole guardare oltre», spiegano i curatori della pubblicazione. La mostra si colloca a metà strada, fra l’obiettivo della macchina fotografica e il risultato finale. Un’opera, questa, dettata dalla «necessità di parlare e il desiderio di non essere inteso», come spiega lo stesso autore citando Paul Eluard. Le fotografie sono visibili nei normali orari di apertura della libreria. I visitatori dovranno sbirciare fra scaffali e banchi di libri: il luogo ospita spesso piccoli allestimenti aumentando il suo fascino senza perdere la caratteristica di classica libreria.