L'ANALISI
Da Missiroli una felice storia di iniziazione e di avventure
06 Maggio 2015 - 17:49
Marco Missiroli,
‘Atti osceni in luogo
privato’, Feltrinelli
250 pagine, € 16
«Più volumi troverai in casa di una persona e maggiore sarà il suo grado di infelicità» è una delle tante affermazioni, dei pensieri, quasi una massima talvolta, di Libero Marsell che racconta la propria storia privata, la propria educazione sentimentale e il proprio apprendistato sessuale, la crescita, poggiando la sua scoperta di sé e del mondo sui libri come viatico. Glielo insegna Marie, amata amica di vent’anni più grande, bibliotecaria e guida, dietro la quale, all’inizio è il padre di Libero. Una madre che ha scoperto tradire il padre col suo miglior amico. Un padre colto e ricco di fantasia e esperto dei Fiori di Bach che, da habitué del caffè Duex Magots, conosce e gli fa incontrare Jean Paul Sartre, gli parla di Camus, gli insegna cosa dire alle donne per lasciarle senza fiato e poi lo lascia orfano, a Parigi, dove la famiglia si è trasferita da Milano, morendo solo e avendo in mano ‘Le favole al telefono’ di Rodari. ‘Lo straniero’ di Camus gli insegna che i condannati a morte, come siamo inevitabilmente tutti, sono alla ricerca di amore sensuale e non di romanticismi, ‘Il deserto dei tartari’ di Buzzati la scoperta di sé nell’attesa, ‘Il filo del rasoio’ di Maugham per sapere come ci sente quando ci si trova in bilico e come uscirne, ‘Mentre morivo’ di Faulkner per capire il senso e l’elaborazione di un lutto e così via. Tanta letteratura quindi e questo racconto piacevole, sorridente e malinconico, ben scritto e costruito, si rivela molto letterario, manieristico per certi versi , pur riuscendo a coinvolgere e raccontarci in maniera disincantata (il fascino di Libero è nel suo candore e nella sua purezza) qualche verità sulla scoperta della vita, del sesso e delle donne. Nel sesso qui è appunto nascosto il senso della vita, è una scoperta, dal consumarlo al perdervisi, che va dalla fanciullezza all’età adulta, dal sentirsi incompleto alla pienezza: «eravamo insieme, tutto il resto l’ho dimenticato» è la frase finale del libro. Non è quel punto di fuga, quel sussulto vorace davanti alla paura di invecchiare di tanti romanzi che ne fanno il protagonista con un filo di angoscia. E’ il desiderio per Libero la chiave per capire chi è di avventura sessuale in avventura sessuale, il suo modo di porsi, di proporsi e raccontarsi, tra candore e cinismo, tra leggerezza e umorismo, che fa sì questo libro, pur esplicito, non sia minimamente osceno e guardi sotto e dietro le cose, più che affrontarle di petto, senza falsi psicologismi.
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