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CREMONA. IL PERSONAGGIO

Laila sfida le montagne. È lei la donna ‘vertical’

Medaglie e un’infinità di gare per Alquati: la runner cremonese non si ferma mai. Si allena sugli argini e ora prepara la Wine Trail, tra vigneti e ramponi in Valtellina

Lucilla Granata

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redazione@laprovinciacr.it

23 Ottobre 2024 - 05:05

Laila sfida le montagne. È lei la donna ‘vertical’

CREMONA - «Ho iniziato a correre per distendermi, per distrarmi ed è nato un grande amore. Prima andavo in palestra, ma stare al chiuso non mi piaceva e così ho preferito iniziare a fare allenamento all’aperto». Non sta bene dire l’età delle donne? Forse, ma non in questo caso perché Laila Alquati è una vera forza della natura e a 69 anni conquista una medaglia dietro l’altra in durissime gare di corsa verticale.

Un esempio di costanza.
«Sono diventata una runner in età adulta anche se sono sempre stata appassionata di montagna e da sempre ho una casa in Valtellina. La corsa però, è entrata prepotentemente nella mia vita nel 2010 quando ho iniziato a fare gare. La prima è stata la Maratonina di Cremona. Avevo preparato la corsa allungando un po’ alla volta il chilometraggio dei miei allenamenti e mi sono buttata sulla 21 km. Poi però, dall’asfalto sono passata alla corsa in montagna perché mi sono resa conto che sono più portata per quella e mi piace anche di più. Da lì, sono entrata nella squadra Us Bormiese e con le amiche del gruppo, abbiamo iniziato a fare gare. Anche importanti».

Tipo?
«L’inverno scorso abbiamo partecipato ai Mondiali master invernali al Tonale – Ponte di Legno. Una bella avventura. Si tratta di una corsa invernale sotto il ghiacciaio con i ramponi lungo una pista ripidissima di sci. Mille metri in verticale su uno sviluppo di 4 chilometri. A me piace molto anche l’aspetto amicale. Ti sostieni, ti passi la borraccia di tè. In quell’occasione tra l’altro, tutte e tre noi donne e amiche della Bormiese siamo andate a medaglia. Io ho conquistato l’argento nel vertical. E nella 17 chilometri ho preso il bronzo. Anche quella gara molto impegnativa, è un saliscendi con i ramponi. Corro negli over 65 e per me l’importante è divertirsi a quest’età. Poi se si riesce ad andare anche a medaglia, tanto meglio. Circa un mese fa a Tirano, al confine con la Svizzera, ho partecipato anche al campionato italiano Vertical e ho vinto l’argento. Quando si arriva a 3.000 metri di altezza, oltre alla soddisfazione, c’è la ricompensa di uno spettacolo incredibile. Dimentichi completamente la fatica. Il mondiale è stata un’esperienza incredibile, ma un po’ tutte le gare lo sono state. La maratonina dell’Alpe di Siusi è pazzesca per esempio. Una settimana fa, agli Italiani di Chiavenna sono arrivata quarta. Un po’ mi dispiace, ma le tre arrivate prima di me, avevano 4 anni in meno e a quest’età conta».

Come si allena ai vertical vivendo a Cremona?
«Cerco di allenarmi sui sentieri e corro sugli argini facendo le ripetute in salita 10-12 volte su e giù. È un’altra cosa ma qui non posso fare diversamente. Per le gambe e il fiato va bene. Però poi quando ho una gara in montagna, cerco di andarci almeno 3-4 giorni prima per abituarmi anche al minor ossigeno in quota».

Quanto si allena?
«Purtroppo solo una, due volte alla settimana quando sono impegnata, ma se ho una gara in programma, anche tre volte. Soprattutto se è una gara lunga. Mi alleno da sola, anche se qualche consiglio lo accetto da mia figlia che correva prima di diventare mamma».

Il prossimo obiettivo?
«A novembre, la wine trail in Valtellina. Una gara tra vigneti e cantine, bellissima, ma durissima. Vengono da tutta Europa per farla»

E poi?
«Riprenderò in primavera, ci può giurare! Finché salute e passione mi accompagneranno, correrò».

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