L'ANALISI
18 Ottobre 2016 - 04:00
Il « fodro » era un tributo che, nel Medioevo, si doveva ad un sovrano, all'atto del passaggio o della sosta del suo esercito in un determinato paese, e consisteva nella somministrazione di fieno e di biada per i cavalli — in lingua longobarda, il foraggio si chiamava « fodr » — in una misura commisurata al numero degli abitanti. Il « fodro » si trasformò, nel nono secolo. in un'imposta vera e propria, da versare semestralmente all'incaricato del monarca. Verso l'anno 850. l'ufficio di riscuotere la gabella venne assolto a Cremona da un congiunto dell'imperatore Lotario, di nome Teodorico, che ebbe modo di imparentarsi con la famiglia Ala: nacque così uno dei più ricchi ed influenti casati della nostra città, quello dei Fodri, la cui radice etimologica è motivata dalla professione dell'avo. Già cospicua nei secoli attorno al Mille, la fortuna dei Fodri ebbe l'apogeo dopo l'avvento di Francesco Sforza al seggio ducale milanese. E' nota la predilezione del condottiero veneto per Cremona, dove celebrò le nozze principesche con Bianca Maria Visconti, nctt'allora chiesetta monastica di San Sigismondo. I discendenti dell'antico esattore, che si erano dimostrati fedelissimi alla causa sforzesca, crebbero di censo e di importanza e diventarono lina delle potenze economiche della Lombardia.
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