L'ANALISI
14 febbraio 1952
14 Febbraio 2021 - 07:00
LONDRA, 13. — Mentre la folla dei londinesi si andava sempre più ingrossandosi, nel tardo pomeriggio, davanti alla porta di Westminster Hall per l'estremo omaggio alla salma di re Giorgio, avveniva nel silenzio uno di quei drammi che soltanto l'arte di Dumas potrebbe raccontare: il duca di Windsor, fratello del defunto Sovrano, entrava a Londra a bordo di una automobile nera e si dirigeva a Buckingham Palace per rendere omaggio alla nuova regina.
Dalle torbide giornate del dicembre 1936 quando per amore dell'americana Wally Simpson il duca, allora re Edoardo VIII, fu costretto ad abdicare, non apparve più in Inghilterra ufficialmente; il bando della Corte rimase sempre in vigore, come del resto rimase sempre proibito alla consorte del duca di risiedere nel Regno Unito. Il lungo dramma pare che nel grande dolore per la scomparsa di Giorgio VI che adorava il fratello maggiore e ne aveva compreso l'intima tragedia in quel suo perenne vagabondare per il mondo, si attenuò e si trasformò in una pacata riconciliazione.
Nessuno sa oggi quello che Elisabetta, la giovane nipote giunta ai fastigi del trono, può aver detto allo zio; si è saputo però che contrariamente alle prime notizie protocollari, il duca di Windsor prenderà parte ufficialmente ai funerali ed i londinesi lo vedranno così per la prima volta dopo 16 anni di assenza. Dietro la carrozza delle regine che seguiranno il feretro cammineranno infatti a piedi i quattro duchi di sangue reale: il duca di Windsor, quello di Gloucester, pure fratello del Re, il duca di Edimburgo marito di Elisabetta ed il duca di Kent, figlio del fratello del re tragicamente perito in un incidente aereo durante la guerra nel 1942 e la cui vedova, contessa Marina, è sempre stata la «tutrice» in fatto di modo e di divertimenti, della nipote principessa Margaret.
A mezzanotte il duca di Windsor ha potuto entrare a Westminster Hall per onorare la salma del fratello. Non erano presenti che i quattro alabardieri, immobili con l'arme al fianco ed i sei grandi candelabri gettavano una luce fioca sotto l'immensa cupola. Il duca è rimasto in silenzio a lungo accanto alla salma, immobile come i gentiluomini d'arme che tenevano il capo chinato sull'elsa della spada. Finiva un altro capitolo del romanzo avventuroso di colui che lasciò al fratello il trono, per l'amore. Il duca rimarrà in questi giorni ospite della regina Mary, sua madre.
Tutto è pronto ormai per i funerali di venerdì. Aerei e treni di fiori arrivano dall'Olanda e dalla Costa Azzurra: corone di fiori stanno giungendo da tutte le Corti del mondo; la più bella ed artistica sinora è quella di re Faruk d'Egitto, ma porta scritto: «Re Faruk d'Egitto e del Sudan».
Di ora in ora il vecchio e famoso «Claridge Hotel» va ricevendo il più vasto numero di monarchi e di reali che la sua gloriosa storia ricordi. Vi alloggeranno, infatti i sovrani, che sono attesi in questi due giorni nella capitale britannica per prendere parte ai funerali del defunto re Giorgio VI.
Solo il vecchio re di Norvegia, Haakon, è ospite a Buckingham Palace della regina madre e della regina Elisabetta: egli è giunto a Londra nella giornata di lunedì.
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