L'ANALISI
29 Ottobre 2019 - 07:00
STOCCOLMA, 28. — L'Accademia svedese ha annunciato di aver assegnato il premio Nobel 1954 per la letteratura al famoso romanziere americano Ernest Hemingway, per la sua arte e per il suo stile, dimostrati ultimamente nel romanzo «Il vecchio e il mare».
Hemingway, che ha ora 56 anni, verrà invitato a recarsi a Stoccolma il 10 dicembre per ricevere da re Gustavo Adolfo il premio di 181.646,58 corone.
L'autore di «Addio alle armi», «Per chi suona la campana» e «Avere e non aver», che hanno riscosso altri milioni nelle loro versioni cinematografiche, è il quinto scrittore americano a ricevere la massima ricompensa che mai un autore possa sperare.
Per quanto le decisioni dell'Accademia svedese non vengano mai motivate circa i criteri della scelta, si sapeva che Hemingway era candidato da vari anni al famoso premio. Era pure risaputo che l'Accademia aveva considerato con preoccupazione la sua mancanza di riguardo, qualche volta poco parlamentare, per i punti più importanti del cerimoniale, che dovrà pur essere seguito per la solenne consegna del premio.
Hemingway, che ha potuto godersi la rara emozione di leggere il proprio necrologio sui giornali di tutto il mondo nella scorsa primavera, dopo essere sfuggito nella giungla africana a due disastri aerei consecutivi, viene considerato come il fondatore dello stile della letteratura moderna. Il suo metodo di raccontare un romanzo «direttamente» apparve nuovo verso il 1930, e stabilì un esempio imitato poi dai romanzieri di tutto il mondo. Hemingway conquistò una fama internazionale nel 1939, col suo spregiudicato «Addio alle armi», in cui raccontò le proprie esperienze sul fronte italiano, durante la prima guerra mondiale. Da allora egli prese parte ad altre quattro guerre, di cui ha, come ricordo, almeno una dozzina di cicatrici e tre decorazioni al valore. L'ex-corrispondente di guerra, che descrisse con una rapida, incisiva pennellata un'episodio della guerra civile spagnola in «Per chi suona la campana», trovò la sua ispirazione anche nelle corride e negli ambienti di contrabbandieri di tutto il mondo, per scrivere i suoi emozionanti romanzi.
Il suo ultimo romanzo, «The old man and the sea» (Il vecchio e il mare), racconta la storia della lotta per la vita o per la morte di un solitario pescatore in una barca.
Quattro anni or sono, i critici ebbero l'occasione che si attendevano, di poter finalmente appuntare i loro strali contro un romanzo di Hemingway: si trattò di «Across the river and into the trees» (Attraverso il fiume e fra gli alberi), che venne giudicato male. Si parlò perfino di lui come di uno scrittore in parabola discendente. La risposta di Hemingway venne nel 1952: fu appunto «Il vecchio ed il mare», che vinse in America il premio Pulitzer e che costrinse i critici ad intonare nuovi inni al suo nome.
Questo suo romanzo, che oggi gli ha fatto assegnare il premio Nobel, è la storia della disperata, solitaria lotta di un vecchio e sfortunato pescatore cubano per portare a riva un enorme pesce che ha abboccato al suo amo. Quando la vittoria sembra vicina, i pescecani divorano l'enorme pesce che ha abboccato al suo amo. La grandezza dell'uomo giganteggia nella sua lotta contro gli squali, con i quali si batte col coltello e col suo remo. Alla fine, battuto, il vecchio sputa contro i pescecani il sapore della morte, che sa di rame e di dolce, che gli riempie la bocca, e grida «mangiate questo, Galanos, e sognate di aver ucciso un uomo».
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