Continua con l’ultima puntata la pubblicazione di un estratto della tesi di laurea di Damiano Franzosi sugli eserciti, l’armamento e le modalità di reclutamento di Cremona in età medievale. Un lavoro che analizza tutto l’aspetto bellico cittadino. Soffermandosi anche sulle strutture amministrative di Cremona e su figure come i podestà, le classi sociali, la loro funzione in battaglia. Il significato che avevano gli eserciti per il libero comune, uno dei più potenti del nord. Cremona infatti era una delle più grandi e popolose città, ricca e politicamente rilevante nelle strategie dell’impero. Una città che gareggiava da pari a pari con Milano (e spesso vinceva) che dava agli imperatori truppe scelte, che spesso in più di una battaglia sono state determinanti per la vittoria (come a Cortenuova). Franzosi ha ricostruito tutti questi aspetti con una prospettiva nuova, che mette in luce un carattere dei cremonesi sorprendente: la feroce bellicosità. Un aspetto perso poi negli anni, quando Cremona rimane importante nell’Impero asburgico ma non fornisce più eserciti di popolo, ma condottieri che non combattono più per le loro case e le loro famiglie, ma per una casa reale lontana, legati da un patto d’onore. Un aspetto perso anche un motivo semplice: i cremonesi diventano ricchi, molto ricchi, si... addolciscono e si sentono parte integrante di un impero più grande che combatte per loro. Ma ecco il racconto di Damiano Franzosi. TERZA PARTE
La curiosità L’alleanza con l'imperatore, il quale utilizzò Cremona come sua ‘capitale di guerra’, comportò per i cremonesi un forte impegno militare. Tra il 1213 e il 1218 Cremona fu alle prese con una guerra contro Milano e Piacenza, a causa di questioni riguardanti dispute di vecchia data relative al possesso dell'Insula Fulcheria. Il periodo nel quale l'esercito cremonese venne mobilitato numerose volte fu sicuramente quello delle grandi campagne militari condotte dall'imperatore nel nord Italia. Nel 1226 e 1228 i cremonesi, insieme agli eserciti delle altre città alleate con Federico II, combatterono nel contado bolognese, contribuendo alla distruzione di alcune fortificazioni, delle quali ricordiamo Piumazzo, mentre nel 1233 il podestà cittadino, Guglielmo di Andito, famoso per sue doti di leader militare, guidò, in pieno inverno, gli uomini d’armi cremonesi in una campagna nella val di Ceno contro i fuoriusciti piacentini.