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La Caduta

di Giovanni Cocco

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

23 Marzo 2013 - 15:02

La Caduta
Nutrimenti
Pagine 224
Euro 16
Storie personali immerse in tragedie ed eventi epocali degli ultimi anni, dagli attentati terroristici a Londra alla morte di Ghedddafi e Bin Laden, dall'Uragano Katrina alla crisi economica e il crollo della Grecia, il bosone di Higgs, la primavera araba, fino alle stragi di Anders Breivik in Norvegia e di James Holmes negli Usa, compongono La Caduta, opera prima di Giovanni Cocco, che racconta gli sconvolgimenti del mondo di oggi con il passo di un romanzo biblico. Fonti d'ispirazione per le varie scene di un affresco violento e potente ma non del tutto senza speranza, sono due cicli pittorici realizzati tra il XV e il XVI secolo. Quello della cappella Ovetari, a Padova, dipinto da Mantegna, e l'altro di Vincenzo Foppa, nella cappella Portinari della basilica di Sant'Eustorgio a Milano. Un libro, questo che nasce, spiega lo scrittore, come la prima delle quattro parti di un progetto più ampio, Genesi, un work in progress. La struttura 'biblicà del libro, con 12 episodi (come le Tribù d'Israele), 2 (prologo ed epilogo), più 6 capitoli, cinque riferiti al Pentateuco e uno all'Apocalisse e 4 voci narranti (come i quattro evangelisti e le quattro virtù cardinali), non appesantisce l'intreccio delle storie, in un arco dal 2001 al 2014. Fra gli altri, c'è Eve, diciannovenne violentata in una banlieu parigina da un magrebino e rimasta incinta. Il vecchio Elladios, che nella Grecia del 2014 ormai in rovina che vede in tv, è rimasto solo. Aisha, immigrata a Berlino, che sta per partorire ma si trova contro le resistenze del marito ad 'affidarlà a un medico uomo. Carmine napoletano immigrato da 30 anni a Milano, rimasto senza lavoro per la crisi. Ascoltiamo poi l'alternarsi di voci di vittime, sopravvissuti e terroristi degli attentati a Londra nel 2005. Seguiamo le sorti di chi è scampato all'uragano Katrina ma è rimasto senza niente e la confessione di uno degli 'impiegatì, parte di quel mondo degli affari spregiudicato all'origine della crisi economica. «L'intero romanzo - spiega l'autore, classe 1976, nella nota finale - non è altro che un trompe l'oeil, un gioco illusionistico, sul modello della celebre frase di Guy Debord: 'nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso».
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