Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

PENSIERI LIBERI

Cari ragazzi, un consiglio... godetevi gli anni della scuola

Non è solo un luogo dove si apprendono competenze ma è la ‘casa’ dell’educazione e della formazione. È quel posto giusto al momento giusto in cui si deve poter crescere prendendo fiducia verso il mondo

Emanuele Ascolese (Presidente della Consulta Interuniversitaria)

09 Settembre 2025 - 05:30

Cari ragazzi, un consiglio... godetevi gli anni della scuola

Ricomincia la scuola! Ho un ricordo abbastanza preciso di cosa significasse riprendere le lezioni, dopo aver passato tre mesi di vacanze con amici, familiari e facendo di tutto fuorché studiare. Sono momenti unici, quelli. Eppure ogni settembre c’era da ricominciare daccapo. Gli umori si abbassano di tono, subentra un po’ di malumore per quella libertà che verrà a mancare, e per i compiti e le verifiche che imporranno la loro disciplina. Durante i miei anni di scuola ho alternato momenti di divertimento e piacere, ad altri di impegno e fatica. E la domanda a cosa servisse la scuola mi ha inseguito per diverso tempo. Ma verso la fine della scuola superiore si inizia a intravedere un bagliore come risposta ad un tale quesito.

Confronti vari sul tema, soprattutto in questi anni di università, mi hanno fatto apparire chiara una cosa: gli anni della scuola sono anni meravigliosi, di cui si sentirà la nostalgia, una volta finito l’incantesimo delle superiori. È facile dire che non sia così, o non del tutto così, quando si è nel pieno di tali anni. Sarà un po’ l’innocenza con cui si affrontano le tematiche a scuola, saranno un po’ le pressioni derivanti dalle richieste dei professori, e si finisce per considerare quell’inevitabile e indispensabile impegno, che serve un po’ in tutte le cose, come un’imposizione che soffoca la nostra libertà. Eppure, a pensarci bene, quando riaccadrà di avere così tanto tempo libero nei pomeriggi dopo lezione? Oppure di avere l’opportunità di scoprire il mondo attraverso le materie studiate a scuola?

In fondo si tratta di conoscere cose belle anche fini a sé stesse, perché sarà l’unica occasione di fare qualcosa senza alcuno scopo pratico, e sarà fatto tutto unicamente per noi. Troppe volte si confonde la scuola come un luogo in cui si apprendono competenze. È difficile ma giusto prendere le distanze da questa convinzione. La scuola è un luogo di educazione e di formazione. È quel posto giusto al momento giusto, in cui i ragazzi devono poter crescere prendendo fiducia verso il mondo. A questo proposito, sappiamo tutti quanto sia proprio il mondo a cambiare quotidianamente. E spesso i dibattiti sulla scuola si concentrano sulla necessità che questa cambi proprio a favore del mondo, o per inverso, rimanere un’isola felice distante da tutto il resto.

E se si potesse fare entrambe le cose? Se potesse rimanere un luogo protetto, in cui dare la possibilità a tutti di conoscere e imparare, ma anche un posto da cui osservare il mondo e discutere riguardo ai suoi cambiamenti, ai desideri degli studenti in relazione al mondo, e alle possibilità del futuro per le nuove generazioni? Conosco tanti bravi professori, capaci di fare affezionare i propri alunni sia alle materie insegnate che a loro stessi, capaci di creare una relazione con la classe favorevole al pensiero critico, alla curiosità per i temi affrontati, che rimangono poi nella memoria degli studenti, tanto da poter dire ‘lui o lei sono stati gli insegnanti che mi hanno cambiato la vita’. Penso che questo approccio vada oltre la classica lezione frontale, forse troppo abusata e spesse volte poco utile per i ragazzi, da cui deriva quella visione della scuola come un luogo in cui vige il rigore, dimentico della giovane età degli studenti. Un pensiero per i professori: pensate che ogni anno sarà unico per i vostri alunni. È importante che lo possano vivere nel migliore dei modi. Il mondo avrà tutto il tempo per richiedere loro fatica e impegno.

Per gli studenti invece: abbiate cura del vostro tempo, usatelo per scoprire voi stessi, anche in relazione alle materie che dovrete studiare. Quelle materie sono l’occasione, ripeto, per scoprire la bellezza del mondo attraverso le opere di tanti grandi autori e geni, la storia di civiltà che possono insegnarci qualcosa sulla nostra, la logica della matematica e la musica delle culture. È un modo per andare oltre la noia, e incominciare a conoscere noi stessi e la nostra unicità come individui. Quel daimon, unico, di cui ci parlava Platone nei suoi dialoghi.

Come dice un mio caro amico: «La scuola dovrebbe servire per farti venire voglia di conoscere».

In battuta vorrei dire che servirebbe un libretto d’istruzioni per andare a scuola. Un po’ come a dire che servirebbe una vita per imparare a vivere.

So bene quanto questo tema sia complesso, ed è proprio per questo che, per ironia della sorte, serve affrontarlo con semplicità, da non confondere con la superficialità.

È vero, probabilmente i bisogni e le esigenze degli attuali studenti sono diversi da quelli della scorsa generazione. E più guardiamo indietro e più queste esigenze e bisogni sembrano nettamente cambiare col tempo.

Oggigiorno sta avvenendo un ingresso a gamba tesa da parte della tecnologia nella vita di tutti, in particolare della generazione attualmente a scuola. Quei ragazzi che vengono definiti «nativi digitali», di cui anche io faccio parte.

Se in passato la scuola rappresentava pienamente il luogo della cultura, nel senso più letterale e nozionistico del termine, ora questa concezione necessita di essere rivisitata, a favore di una scuola pienamente improntata sugli studenti, che potranno imparare in classe i contenuti di ogni lezione, ma avranno soprattutto bisogno di scovare un metodo attraverso cui studiare e cercare conoscenza.

La tecnologia è sempre più preponderante, e può diventare uno strumento complementare al classico lavoro svolto a scuola e a casa sui libri.

Ma quello che servirà sarà un aiuto da parte della scuola per sviluppare le giuste capacità utili a trovare percorsi d’indagine e nozioni veritiere e coerenti con le consegne affidate.

Mi sembra giusto, infine, fare un augurio sentito agli studenti e ai professori. Che la scuola sia ancora una volta lo spazio sicuro in cui essere se stessi, e in cui imparare l’importanza delle persone che ci stanno accanto, e, visti i tempi, soprattutto del prossimo. Buon inizio anno a tutti!

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400