L'ANALISI
27 Agosto 2025 - 05:25
VILLANOVA SULL'ARDA - Ad aprire il Festival della giardiniera, venerdì sera (21,30) nella cornice di cascina Pizzavacca a Soarza, sarà Nek, al secolo Filippo Neviani. Dopo un inizio anno straordinario, con il successo e il riscontro televisivo come conduttore della quarta edizione di ‘Dalla strada al palco’ (in onda in prima serata su Rai1) è protagonista del tour ‘Nek hits - Live 2025’: un vero e proprio viaggio attraverso i suoi più grandi successi. A salire sul palco con lui saranno Emiliano Fantuzzi alla chitarra e Luciano Galloni alla batteria.
Milioni di dischi venduti, 33 anni di carriera e un’estate live anche oltre i confini italiani. Come sta andando il tour e che concerto sarà quello di Soarza? Ci può dare qualche anticipazione su scaletta e show?
«Il tour è partito molto bene, è stata un’estate di grandi emozioni e soddisfazioni. A novembre saremo negli Stati Uniti e Canada, gireremo poi l’Europa a primavera, e di nuovo in Italia nei teatri delle grandi città. Ho deciso che per questa nuova tournée volevo riproporre i brani ‘essenziali’ del mio repertorio in una modalità suonata, fully live, essenziale, accompagnato da batteria e chitarra, a suonare il basso come piace a me».
C’è qualche rimpianto in questi 33 anni di musica o qualche progetto che non si è concretizzato e che vuole portare avanti in futuro?
«Nessuno. È stato un percorso meraviglioso, dove anche i momenti meno facili hanno contribuito a farmi crescere come persona e come musicista. Non cambierei nulla di quello che è stato».
Tramite ‘Nek Hits’ ha raccontato la genesi delle sue canzoni, in particolare in una puntata parla del 1996, dell’anno di servizio civile in biblioteca a Sassuolo e del brano che le ha cambiato la vita...
«Esatto. Nel momento in cui abbiamo deciso con Warner Music di pubblicare tutta la mia discografia originale in formato vinile, ho pensato che sarebbe stato interessante raccontare attraverso episodi ed aneddoti, ma anche contenuti audio e video inediti, la storia di ogni singola release. È stato divertente e a volte ‘sorprendente’ anche per me ripercorrere questi ultimi 30 anni di vita e di musica».
Nek che musica ascoltava e che musica ascolta oggi? Ha un cantautore italiano come modello di riferimento?
«Da ragazzo ho ascoltato tanto rock, pop, progressive, Police, Yes e Genesis, e tanto altro. Oggi c’è mia figlia Beatrice che mi ‘accompagna’ nell’ascolto di tutto ciò che esce. Se devo fare un solo nome di un artista italiano che ho amato, e sempre amerò, ti dico Lucio Dalla».
La rivedremo sul palco insieme a Francesco Renga, con il quale è nata una bellissima amicizia e collaborazione professionale?
«Con Francesco ho condiviso il palco per ben due anni. Bellissimi, in tutti i sensi. Ogni tanto mi manca non viaggiare e condividere i mille momenti del tour con lui, ma ci sentiamo regolarmente, la nostra amicizia è solida, e questo è ciò che conta».
Con chi altro del panorama musicale attuale le piacerebbe collaborare?
«Mi piace condividere idee, progetti, musica, canzoni. La forza di una collaborazione sta nella bontà dell’idea, e io sono veramente disposto a collaborare con chiunque, se la base è solida, sincera e bella».
Che cosa pensa dei talent show?
«Sono uno strumento, a volte valido, per scoprire nuovi talenti. Dai talent sono usciti artisti che hanno dimostrato di poter calcare i palchi in modo credibile e professionale, e con successo».
E dell’uso dell’Auto-Tune?
«Da qualche tempo a questa parte la domanda sull’Auto-Tune è quasi d’obbligo… Non ho un’idea ben chiara al riguardo, difficilmente mi fermo a valutare o giudicare quello che fanno gli altri. Poi, si può usare in mille modi e per mille scopi diversi, ma non starei ad approfondire».
Penultima domanda: cosa dobbiamo aspettarci da Nek nei prossimi 33 (e oltre) anni di carriera?
«Ci arriverò?! Sono una persona curiosa, mi piace sperimentare cose diverse, mi piace cimentarmi ed imparare a fare cose, non ultima la televisione. Ma la musica rimane una necessità quotidiana, continuo a scrivere tutti i giorni, e ad aver voglia di suonare. Salire sul palco non mi stanca mai. Quindi io non lo so cosa dobbiamo aspettarci, di certo non ho intenzione di fermarmi qua!»
L’ultima domanda è extra musica ma è quasi d’obbligo per chi fa tappa nel paesino verdiano della Bassa Piacentina: da buon emiliano ama la giardiniera? E come se la cava in cucina?
«Ah certo! Amo tutti i prodotti della mia terra, e sono un’ottima forchetta. Grazie a Dio non sono io in casa quello che si cimenta ai fornelli, perché al netto delle basi, non sono sicuramente un cuoco provetto».
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