L'ANALISI
12 Agosto 2025 - 08:53
I due globi di Mercatore: ce ne sono solo sette in tutto il mondo
CREMONA - Sono tornati in gran segreto, così come erano partiti, senza che occhi indiscreti potessero tracciarne il percorso. «Nessun sotterfugio – afferma Raffaella Barbierato, direttrice della Biblioteca Statale -, ma le precauzioni necessarie per il trasporto e la tutela di due capolavori assoluti di cui esistono solo 6 esemplari in Italia e uno a Vienna. Era dal 2018 che i globi di Mercatore che non uscivano dalla Biblioteca. Allora furono richiesti per la mostra dedicata a Jannello Torriani, ora a chiederci il prestito è stata la direzione scientifica della mostra Arcimboldo – Bassano – Bruegel. Die Zeiten der Natur, allestita presso il Kunsthistorisches Museum. Insieme ai due globi del Mercatore ci è stata fatta richiesta della nostra copia del De rivolutionibus di Copernico, perché la nostra copia riporta le censure al testo che rivoluzionò il sapere astronomico occidentale e mise in crisi il sistema tolemaico. Ora i due globi quello terrestre e quello celeste sono di nuovo nelle teche al piano nobile di palazzo Affaitati».
«La mostra è stata organizzata in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia, si è conclusa a fine giugno e includeva non solo le opere di Giuseppe Arcimboldo e di Jacopo e Leandro Bassano, ma anche di altri artisti italiani del XVI secolo, nonché del pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio. Inoltre, erano numerosi i prestiti provenienti da istituzioni italiane, come l’Accademia Carrara e la Biblioteca Angelo Mai di Bergamo, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Castello Sforzesco e la Pinacoteca di Brera di Milano, la Galleria Estense di Modena e la Biblioteca Marciana di Venezia. Figurare fra i prestatori come Biblioteca Statale del Ministero della Cultura fa un certo effetto e dimostra quanto unico sia il patrimonio della nostra istituzione», aggiunge Barbierato che ha curato la scheda dei due capolavori lignei in cui ha messo in evidenza lo stretto legame fra i Globi del Mercatore e la storia dell’istituzione bibliotecaria.
«I globi appartengono da sempre alla Biblioteca Statale di Cremona, giunti quando questa era ancora biblioteca del Collegio dei Gesuiti, con tutta probabilità come parte dell’eredità del vescovo Cesare Speciano (1539 -1607), nunzio apostolico in Spagna prima (1586-1588) e poi a Praga presso Rodolfo II (1592-1598) – osserva Barbierato nella scheda -. Fu Speciano a portare a Cremona i Gesuiti, legando al Collegio oltre al palazzo di famiglia anche la propria biblioteca di oltre 1.200 pezzi tra manoscritti e edizioni preziosissime: il nucleo originario della Biblioteca Statale. È importante sottolineare la probabile appartenenza dei globi a Speciano (che potrebbe aver conosciuto l’ormai anziano Mercatore alla corte asburgica), poiché la sua collezione si distingue per la presenza di opere geografiche notevoli, molte delle quali con caratteristiche analoghe ai globi in oggetto. Curiosamente, però, è stato solo alla fine dell’Ottocento che i globi sono stati riconosciuti per quello che erano, cioè opera del Mercatore».
Il globo terrestre è datato 1541 e quello celeste risale al 1551: entrambi sono realizzati in legno, gesso e carta per la sfera, legno e ottone per il supporto. Hanno un’altezza di 56 cm; il diametro della sfera è di 41 cm la circonferenza di 129 cm. «Il globo terrestre del Mercatore si distacca dalla produzione cartografica del Cinquecento per la ricchezza di informazioni, per la fedeltà della riproduzione e per il rigoroso controllo delle fonti e rappresenta per questo una tappa fra le più importanti nell’evoluzione cartografica dell’età moderna – spiega Barbierato -. Il globo terrestre è stato costruito nel 1541 sul meridiano di Fuerteventura, la maggiore delle isole Canarie. Il mondo è diviso in cinque parti: Europa, Africa, Asia, America e Terra Australe. Mercatore utilizzò le nuove informazioni e in base a queste delineò con sostanziale esattezza, il Nuovo Mondo».
Non meno interessanti sono le caratteristiche del Globo celeste realizzato nel 1551 e «dedicato a Giorgio d’Austria, vescovo di Liegi, su cui Mercatore disegna 50 costellazioni. Sono comprese le 48 tradizionali (tolemaiche), più due altre che, malgrado ancora provenienti dall’antichità classica, rappresentano addizioni tarde: Cicinnus (Coma Berenices) e Antinous – si legge nella scheda -. Le stelle, riconoscibili in sei ordini di grandezza, sono posizionate per l’equinozio del 1550 e il disegno delle costellazioni (come per molti globi e mappe celesti consimili a venire) è ispirato alle celebri incisioni di Albrecht Dürer».
I due globi hanno fatto parte dell’esposizione viennese dedicata al tempo della natura e al rapporto dell’uomo col pianeta, «un tema che oggi ha assunto un’importanza particolare anche a causa della crisi climatica che stiamo attraversando. Oggi abbiamo la chiara consapevolezza di trovarci in una fase di profondo cambiamento, e con l’aiuto di scienziati, artisti e studiosi stiamo riflettendo sul nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda, anche per ripensarlo», ha osservato l’ambasciatore italiano a Vienna, Giovanni Pugliese in occasione dell’inaugurazione.
«Partiti impacchettati per bene e con royalties importanti – conclude la direttrice della Biblioteca -, i Globi del Mercatore sono di nuovo a casa e confermano il loro fascino e la loro unicità. Non nascondo di aver provato una certa emozione nel vederli rientrare, ma certo collaborazioni come quella con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e l’Ambasciata Italiana in Austria danno non solo lustro alla nostra istituzione, ma confermano l’unicità del nostro patrimonio che troppo spesso rischiamo di dare per scontato, solo perché lo abbiamo a disposizione tutti i giorni. Questi scambi permettono di creare legami e contatti importanti e arricchenti che danno conto dell’importanza dell’istituzione Biblioteca Statale ma anche dell’unicità e ricchezza della sua storia».
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