Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

MUSICA

Sul palco dell'Arci Festa Woody Bones, c'è il nuovo Zovadelli

L’ex voce dei Koffey’s Afka torna alla passione giovanile per l’indie-folk americano

Luca Muchetti

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

19 Agosto 2024 - 11:18

Sul palco dell'Arci Festa Woody Bones, c'è il nuovo Zovadelli

Francesco Zovadelli

CREMONA - Ha fatto il suo debutto sul palco dell’Arci Festa Woody Bones, il nuovo progetto musicale di Francesco Zovadelli. L’ex voce e chitarra dei Koffey’s Afka abbandona la dimensione della band per presentare (dopo un’attesa di ben quattro anni) un progetto di cui è titolare unico e che torna, in qualche modo, alle radici più autentiche della passione per la musica di Francesco.

RITORNO ALLE RADICI MUSICALI E INFLUENZE DI JOE STRUMMER NEL NUOVO CORSO ARTISTICO

Se non sono mai stati un mistero l’amore e l’influenza di Joe Strummer del periodo Mescaleros nella biografia formativa del musicista cremonese, il nuovo corso artistico rivela un’altra parte del Dna creativo di Zovadelli: «Negli ultimi anni ho esplorato parecchio. Ero affaticato dalla dimensione post-Koffey’s Afka, e non ero più pienamente soddisfatto di quello che facevo. Aiutato forse dai tempi, con una nuova rinascita recente dell’indie-folk americano, in qualche modo sono tornato al mio retaggio di bambino, cresciuto con nelle orecchie i suoni di Crosby, Stills & Nash, con Neil Young, insomma con la scena rock di San Francisco. Inconsciamente, da amante del country come della musica tradizionale americana, mi sono ritrovato a scrivere brani molto più legati alla forma-canzone classica, tornando a un genere vicino all’indie-folk, con molte influenze. A pensarci bene anche Strummer era fan di un certo folk americano e del cantautorato anarchico statunitense: alla fine la musica è ciclica, quindi le cose tornano».

L’EVOLUZIONE MUSICALE E L’ABANDONO DELLE INFLUENZE AFRICANE

Il nuovo progetto è privo di quelle tracce d’Africa che caratterizzavano i Koffey’s Afka e guarda spesso a delle ballad per voce e chitarra. Ad arrangiare i nuovi pezzi ci sono Alessandro Vivona, Matteo Zametta e Jacopo Sgarzi (quest’ultimo già coinvolto nel precedente progetto di Zovadelli). «Dopo il Covid mi sono preso un periodo di quasi un anno nel quale non ho scritto nulla - ricorda Francesco -. Ho deciso di esplorarmi un po' di più dal punto di vista musicale. Avevo bisogno di scollarmi, non volevo paletti o direzioni precise, solo attendere quello che arrivava». Ne è scaturita una musica nuova e classica allo stesso tempo: «È difficile far arrivare certa musica e certe sonorità a ragazzi che non l’hanno mai avuta nelle orecchie e che forse non hanno nemmeno la curiosità. Ecco forse la curiosità, purtroppo, oggi è quella che manca un po’ - continua Zovadelli -. Non ho in mente un ascoltatore-tipo, non mi sono mai posto dei punti fermi. A me interessa fare buona musica, e spero che questo sia anche il canale per esprimere qualcosa a livello di idee. Gli interlocutori possono avere 60 o 15 anni».

LA PERFORMANCE DAL VIVO ALL’ARCI FESTA E IL FUTURO DEL PROGETTO

La prova del fuoco si è consumata sul palco dell’Arci Festa, dove una grande carica emotiva ha segnato il ritorno in scena con del materiale originale. «La band e il repertorio sono molto diversi. Usciamo con alcune sequenze, siamo tutti a click, il palco è muto e ci sentiamo con con gli in-ear monitor. Col tributo ai Pink Floyd ho iniziato a lavorare così e siamo tutti più tranquilli, si gode di più di quello che si fa sul palco. Il riscontro è stato molto positivo, in tanti ci hanno scritto e chiamato per farci i complimenti nei giorni successivi, quindi l’accoglienza ci ha molto soddisfatti. In repertorio ci sono nove brani più altri due o tre in cantiere. Mi piacerebbe entrare in studio verso la fine dell’anno per quello che sarà il disco». Intanto qualche altra data live dovrebbe essere comunicata nei prossimi mesi.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400