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OMAGGIO A CREMONA

All’MdV la raffinatezza è a più voci

Meneses, Accardo e gli allievi della Stauffer da Mozart a Franck con un’interpretazione intelligente e mai banale

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

31 Maggio 2024 - 10:59

All’MdV la raffinatezza è a più voci

Il maestro Salvatore Accardo e alcuni allievi dell’Accademia Stauffer

CREMONA - «Noi tifiamo in musica! Nonostante la concomitanza con la partita della Cremonese, stasera siamo in tanti!»: con questa battuta Alessandro Tantardini, presidente della Fondazione Stauffer, saluta il folto pubblico della seconda e ultima puntata di questa edizione della rassegna Omaggio a Cremona. Un ritorno assai gradito, che ha riportato maestri e allievi della Stauffer a esibirsi in una prestigiosa sala cittadina (da quest’anno, l’Auditorium del Museo del Violino).

Rara occasione per gli allievi dell’Accademia per suonare insieme a quelli che sono stati e rimangono punti di riferimento della storia della musica. Ma, per usare le parole di Salvatore Accardo, «suonare insieme permette di capire dove finisce la tua libertà e comincia quella di chi suona con te. Anche a noi maestri, suonare con i giovani permette di imparare qualcosa di nuovo, non solo musicalmente, ma anche dal punto di vista tecnico: una sorta di rigenerazione». E in effetti ciò che si nota istantaneamente ascoltando gli allievi di Antonio Meneses e Accardo suonare con i loro maestri è l’intesa perfetta, la coesione delle voci che si fondono in una. E mentre la Cremonese lotta con il Venezia per la finale dei playoff, il naufragar ci è dolce in questo mare di musica, tra la raffinatezza di un Mozart cameristico e il fuoco romantico di César Franck. Nel terminare il suo intervento introduttivo, Tantardini ha ricordato con affetto Rocco Filippini e Andrea Mosconi, che quasi quarant’anni fa fu, con Accardo, ideatore dell’Accademia. Un ringraziamento anche a Franco Petracchi, che con il concerto di martedì scorso ha salutato la Stauffer e l’insegnamento dopo un percorso ultra trentennale.

stauffer

Il maestro Antonio Meneses con alcuni allievi (FotoLIve/Paolo Cisi)

Per Meneses, che ha sostituito il maestro Filippini dopo la sua scomparsa nel 2020, questo è il primo Omaggio a Cremona ‘old style’, ma certamente coglie l’importanza simbolica di questo ritorno alle origini e di una tradizione finalmente tornata in auge. Offre una prova di grandissima raffinatezza esecutiva dando freschezza e vigore interpretativo a un brano ben conosciuto e saldamente in repertorio come il Quartetto per pianoforte n.2 in mi bemolle K493 di Mozart.

Con lui, suonano Jacobo Christensen Fabuel (violino) e Teresa Valenza (viola), accompagnati al pianoforte da Monica Cattarossi. Coerente e coesa l’emissione, che tradisce il chiaro intento – sicuramente raggiunto – di offrire un’esecuzione tesa all’eleganza espressiva e alla raffinatezza del suono. Il secondo pezzo in programma è un altro caposaldo del repertorio, in questo caso romantico. Accardo propone il Quintetto per pianoforte in fa minore di Franck, brano di notevole genialità compositiva e gran difficoltà tecnica, costruito su tre movimenti dove si susseguono temi di forte impatto, che riprendono in modo evidente il Leitmotiv wagneriano.

Non stupisce che Accardo abbia scelto un brano di così spiccata vena virtuosistica e arricchito da così accesi contrasti. Salvatore Accardo non solo ha ancora una mano solidissima, la stessa di sempre, ma concerta alla perfezione e con assoluta sicurezza, restituendo un suono ottimamente omogeneo. Con lui, Kumi Shinizu (secondo violino), Zoe Canestrelli (viola), Matteo Fabi (violoncello) e Maria Grazia Bellocchio al pianoforte. Ne risulta un brano di interpretazione intelligente, mai banale, studiata nel dettaglio, nessun colore fuori posto o casuale, nessuna sfumatura non ponderata.

Omaggio a Cremona termina così, almeno per quest’anno, con l’augurio che la tradizione possa rimanere viva e sempre così entusiasmante.

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