L'ANALISI
13 Agosto 2025 - 05:25
Con Natale Grassi Scalvini in Perù
SERGNANO - A 5.760 metri di altezza, l’aria non perdona: è sottile, tagliente, il ghiaccio incontra il sole andino e le nuvole sembrano poggiarsi sulle cime. «Non le più difficile dal punto di vista tecnico, ma sicuramente tra le più impegnative», ha ammesso al suo rientro in Italia don Natale Grassi Scalvini (sacerdote cremasco 65enne in servizio a Sergnano) raccontando la sua ultima impresa, la scalata delle cime este e oeste (una dopo l’altra nella medesima ascesa) nel Nevado Pisco, monte della Cordillera Blanca, in Perù.
«A più di 5mila metri l’aria non perdona e nemmeno i diciotto gradi sotto zero. Bisogna avere rispetto della montagna e affrontarla con la giusta preparazione». Non la prima volta in Perù per don Natale e i quattro amici scalatori con cui ha condiviso l’esperienza, Elena Forti, Giovanni Chioda, Lorenzo Gargioni e Franco Locatelli. Risale infatti al 2018 la prima esperienza nel Paese, sul monte Huascaran e anche in quell’occasione ha unito la passione per la montagna, che lo ha portato nel 1996 a diventare pure guida alpina, con la solidarietà, prestando qualche giorno di volontariato nella missione Mato Grosso (associazione che educa i giovani delle zone più povere dell’America latina attraverso iniziative umanitarie).
Partita il 3 luglio scorso, la carovana cremasca ha scelto una data speciale per la conquista delle due vette peruviane, come ci tiene a ricordare don Natale: «Il 12 luglio di 74 anni fa, il primo gruppo di scalatori ha raggiunto la cima del Nevado Pisco». L’ascesa alle due cime attigue è iniziata a mezzanotte e mezza, dopo una cena e qualche ora di sonno in un rifugio a circa 4.700 metri per iniziare ad abituare il corpo all’alta quota.
«Scalata perfetta, sicuramente impegnativa, ma conclusa come da programma — sintetizza don Natale —: intorno alle 7.30, abbiamo raggiunto la cima più alta delle due. Bisognava scendere dai ghiacciai prima di mezzogiorno per non correre pericoli inutili». E dopo la salita, qualche giorno di volontariato con la missione Mato Grosso a Shilla, distretto della provincia di Carhuaz. Una natura rigogliosa, che regala paesaggi speciali e tante opportunità occupazionali per la popolazione, quella di descritta da don Grassi Scalvini.
«Anche grazie alla missione in corso, i più giovani della comunità stanno imparando a gestire la filiera della falegnameria, gli allevamenti di trote, piuttosto che la produzione di formaggio. Shilla è un posto in cui la gente si dà da fare, sono persone laboriose». Prossima sfida, prima di intraprendere il nuovo inizio alla parrocchia di Ripalta Arpina, sarà il monte Antelao a fine mese, nelle Dolomiti. Con il Perù che tornerà presto a occupare i programmi del don scalatore.
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