L'ANALISI
14 Luglio 2025 - 21:28
A sinistra Pacifico e Burgazzi, a destra i Pretty Maids
CREMONA - Sarebbe ora che qualcuno a Cremona si accorgesse di noi: è il mantra che riecheggia alla presentazione del Luppolo in Rock, il ‘festival rock & metal fatto dai fan per i fan’. La rassegna, in programma da venerdì a domenica prossimi al parco delle Colonie padane, è arrivata alla settima edizione. E mentre la formula festival, anche a livello internazionale, sta vivendo una crisi che ha precedenti recenti solo in epoca Covid, il Luppolo resiste.
Pochi esempi per tutti: Bergamo ridimensiona il Filagosto, a Torino salta il Todays, a Prato, del Maliseti, è rimasta solo la parte cibo-mercatini. Anche i big del pop-rock nostrano cancellano o ridimensionano i tour, annullano le date o restringono gli spazi. La situazione all’estero è forse addirittura peggiore. Rassegne cancellate, festival che si arrendono, bandiere bianche che sventolano qua e là. Per la prima volta, dopo oltre dieci anni, negli Stati Uniti il Coachella - icona della musica mainstream - non ha registrato il tutto esaurito. Insomma, Dio è morto, Marx pure e anch’io non mi sento troppo bene. Il Luppolo, invece, va alla grande.
«I bilanci li abbiamo sempre fatti alla fine - commenta Massimo Pacifico, presidente dell’associazione Luppolo in Rock - ma possiamo già dirci soddisfatti. Come sempre abbiamo pubblico in arrivo da ogni parte del mondo. Quest’anno in particolare avremo presenze da tutto il sud e centro America, dagli Stati Uniti e dal Canada, da Cipro e da Israele. Gli arrivi dall’Europa del nord, dove il metal ha un grandissimo richiamo, e quelli da tutta Italia non li conto neppure più. Va poi considerato che il nostro è un pubblico per lo più maturo, perciò alla vendita online preferisce ancora abbonamenti e biglietti comprati al botteghino. I nostri numeri sono destinati a crescere. Non dimentichiamo che questo festival è nato un po’ come una festa della birra e in pochi anni è diventato il più importante festival rock italiano. Siamo cresciuti anche come organizzatori, ogni anno facciamo errori che cerchiamo di correggere l’anno successivo, ma ormai ci siamo fatti un nome a livello internazionale. Anche perché paghiamo in anticipo: certe band, altrimenti, non le sposteresti. In termini economici, questo è un anno particolare. I costi, tutti i costi sono lievitati e per noi non è stato semplice».
Anche sul fronte degli sponsor, Cremona latita: i maggiori contributi arrivano dal Veronese e dal Bresciano, «nonostante il Luppolo possa garantire una buona visibilità e un ritorno di immagine, considerato il numero di presenze che il festival garantisce ogni anno», dicono gli organizzatori.
Però, è ormai tempo di conto alla rovescia in vista di un fine settimana ‘pesante’. «Il Luppolo in Rock, insieme al Monteverdi Festival - conferma Luca Burgazzi, assessore al Turismo e agli eventi musicali - è l’appuntamento che richiama il maggior numero di visitatori stranieri a Cremona. I due generi - metal e barocco - sono solo apparentemente diversi, ci sono più affinità di quel che si crede e anche questo è un elemento che potrebbe essere approfondito. Però c’è un dato di fatto inconfutabile: questa è prima di tutto un’iniziativa culturale, ma l’indotto e le ricadute economiche sono notevoli. Davvero, sarebbe ora che Cremona, in termini di sponsorizzazioni e contributi, avesse uno sguardo meno miope e più lungimirante. Come Comune diamo il patrocinio e un contributo, ma un maggiore aiuto da parte dei privati sarebbe necessario. Di fatto, tutto ricade sulle spalle dell’associazione».
Anche a livello organizzativo, il Luppolo è reso possibile dalla ‘family’, una famiglia allargata di volontari appassionati che mettono a disposizione il proprio tempo e la propria competenza per la riuscita del festival. Musica, tanta musica. Birra, tanta birra. Ma il Luppolo è anche altro: è cultura, solidarietà e inclusione. «Ogni anno - spiega Giovanna Gaudenzi, segretaria dell’associazione - proponiamo una raccolta fondi a favore di una realtà del territorio e quest’anno, come già nel 2024, il ricavato sarà devoluto all’oasi felina del Po. Torneranno con noi anche gli amici di Thisability, che saranno presenti presso i nostri stand e ai punti accoglienza: è una collaborazione che si è consolidata nel tempo e che, credo, sia proficua per entrambi. Per quanto riguarda l’inclusione lavorativa, andremo avanti con il progetto CollocabiLiR, cioè l’inserimento in un’azienda di una persona con disabilità. La prima parte del progetto si è conclusa con l’assunzione a tempo indeterminato di una persona, dopo un periodo di tirocinio. Non è semplice perché naturalmente non tutte le aziende sono in grado di gestire situazioni particolari».
Va avanti anche la collaborazione con CrArT, che per l’occasione propone due tour guidati. Uno è tradizionale e porterà gli spettatori/turisti alla scoperta delle piazze Marconi, Stradivari, Roma e del Comune, concentrando in poche centinaia di metri la storia bimillenaria della città. Tutta da scoprire sarà invece la Cremona Heavy sulle cui tracce andrà sempre il CrArT: «Cremona - scrivono sul loro sito - è la prima colonia romana di fondazione di tutto il nord Italia, nel 2024 ha raggiunto i 2242 anni di vita, nella sua storia bimillenaria si sono succeduti personaggi, eventi e mutazioni che hanno generato la città attuale. La musica definita genericamente ‘Metal’ è in realtà un universo sconfinato di stili, suoni, colori, emozioni e contenuti che coprono una vasta gamma della storia umana. È possibile unire la storia di Cremona e il Metal? Scopriamolo assieme in un percorso dove al racconto della città viene abbinato l’ascolto di brani Heavy Metal che si possano collegare a quanto si sta scoprendo, tutto questo accompagnati da una guida appassionata della sua città e del genere Metal!».
Naturalmente un festival di fan fatto per i fan deve fare di tutto per agevolare proprio i fan nella permanenza alla tre giorni di musica. E proprio per questo al Luppolo in Rock non ci sono i ‘famigerati’ token (cioè il cambio di denaro in gettoni per poi acquistare cibo e bevande), il parcheggio è gratuito (per esempio quello in piazza Atleti Azzurri d’Italia) e da questa edizione è stato introdotto un servizio di navetta, a pagamento, che favorisce il collegamento tra il festival e la città con le relative strutture alberghiere. Infine lo spazio delle Colonie padane è sempre divisa in due: un’area con accesso libero dove si trova la zona ristorazione e il mercatino a tema e dell’artigianato; un’area concerti dove il pubblico può accedere solo se è in possesso del biglietto.
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