L'ANALISI
16 Giugno 2025 - 05:25
Eleonora Mascia e Cosmaola Nitti
CREMONA - Giovanissime, talentuose, con le idee chiare, sicure dei propri mezzi. Simili ma anche diverse: una non ha tra i suoi familiari musicisti classici e all’inizio non stravedeva per il violoncello; l’altra l’ha imbracciato fin da piccola e ha seguito l’esempio dei genitori, artisti entrambi. La prima ama la letteratura russa e il mare; la seconda la filosofia e la montagna. Sono Cosmaola Nitti, 22 anni, di Bari, ed Eleonora Mascia, 21, originaria di Pisa ma trasferitasi a Parma, le allieve della grande violoncellista Silvia Chiesa, loro insegnante al Conservatorio Claudio Monteverdi, che hanno vinto i concorsi per suonare come soliste accompagnate dall’orchestra. Un duplice successo, un prestigioso risultato per le due studentesse, la loro maestra e anche il Monteverdi.
Cosmaola, unione di Cosma e Paola, è laureata al biennio del Conservatorio di Bari. «Un giorno ho sentito nella mia città la professoressa Chiesa suonare da solista il doppio concerto di Brahms. La conoscevo solo di fama e mi ha colpito a tal punto che ho deciso di seguirla a Cremona, dove abito da otto mesi». Allo strumento da cui ora non si distacca mai si è avvicinata per gradi. «I bambini strimpellano il pianoforte, la chitarra non mi piaceva tantissimo, il flauto idem. Siccome nella mia classe nessuno aveva il violoncello, l’hanno dato a me. Mi ricordo che non mi faceva impazzire. Ho cominciato a studiarlo veramente a 15 anni e a 18 ho capito che sarebbe stato una parte integrante della mia vita per sempre».
In realtà, un suo antenato musicista c’è: «Mio nonno Francesco, nome d’arte Nerone, è stato un trombettista jazz. Andava in tour per mezza Italia e mi racconta sempre che ha fatto tappa a Cremona con la sua band. Ha 90 anni e non si perde nemmeno uno dei miei spettacoli». Dice di lei la sua professoressa: «Nonostante sia qui da poco, conosco bene il suo talento, il suo impegno e la sua determinazione, tre caratteristiche che la porteranno lontano».
Caratteristiche che l’hanno già portata a primeggiare nell’audizione, il 19 maggio a Bari e riservata agli iscritti di tutti i Conservatori italiani, per esibirsi con l’Orchestra Città metropolitana di Bari. «Come ho dormito la notte prima della prova? Benissimo dopo una bella cena con mio padre, Basilio, e mia madre, Nila. Ero soddisfatta della mia performance anche se, probabilmente, un artista non dovrebbe mai esserlo». Il 10 ottobre Cosmaola presenterà come solista il concerto di Nino Rota numero 2 per cello e orchestra, che la ventiduenne, con l’accompagnamento pianistico, ha eseguito per intero davanti alla giuria. E quella sera il nonno Nerone sarà in prima fila.
«Il bando è uscito a gennaio avanzato. Avendo altri impegni, di fatto ho cominciato a prepararmi dalla fine di marzo. È stata una sfida. Ho avuto la fortuna di lavorare con la professoressa Chiesa, che ha inciso quel concerto per Sony music e l’ha eseguito diverse volte in tutta Europa».
L’artista milanese, che da 17 anni insegna a Cremona, ha ideato la ‘Trilogia del Novecento italiano’, la celebrata raccolta delle registrazioni di concerti per violoncello e orchestra dei compositori del XX secolo. La sua allieva guarda lontano. «La mia idea è andare all’estero anche perché mi piacciono le lingue, che sto studiando all’Università». Ma al primo posto c’è la musica, che per lei «è come un faro per un marinaio. Ovunque tu possa muoverti per acque impetuose o serene, hai sempre quella luce che ti guida e ti indica dov’è casa».
Al Monteverdi Eleonora Mascia frequenta il corso singolo con Silvia Chiesa ma studia con lei già da cinque anni. «È il mio punto di riferimento fondamentale, non solo artistico ma anche umano. Le devo tantissimo». Per la violoncellista ventunenne è un momento magico: ha vinto il concorso cameristico Clara Wieck Schumann (a Marina di Massa), in duo con il suo inseparabile pianista Alessio Cipretti; è stata ammessa al Conservatorio di Amsterdam; infine, ha superato la prova, riservata agli studenti del Conservatorio di Parma, per suonare come solista con l’Orchestra Toscanini.
E se all’esame la sua giovane collega si è presentata dopo una notte tranquilla, lei ci è arrivata di corsa: «È una cosa buffa. Il giorno prima dell’audizione a Parma dovevo sostenerne un’altra in Olanda, a L’Aia. Il mattino dopo mi sono svegliata prestissimo per prendere l’aereo con destinazione Pisa, dove mia madre mi ha caricato in auto e portato a Parma. Per fortuna ero l’ultima candidata, ho avuto solo 15 minuti per scaldarmi e ce l’ho fatta per il rotto della cuffia. Se l’aereo fosse stato in ritardo... ma ho la forza dell’entusiasmo. Non ero nemmeno particolarmente tesa perché non mi aspettavo molto». E invece non poteva andare meglio. Il 28 giugno a Parma, anche lei come solista e con l’orchestra, eseguirà il Concerto di Saint Saens, lo stesso dell’esame.
«Non si tratta di un brano particolarmente virtuosistico e difficile dal punto di vista tecnico. La sua caratteristica è la profondità, è molto vivace, ha una grande energia. Gli sono affezionata perché è il primo concerto che ho suonato da piccola». Già, perché Eleonora vive da sempre in mezzo alla musica: il padre, Riccardo Mascia, e la madre, Antonella Bellettini, sono pianisti.
«Il mio destino era quasi scritto. Ho sempre ascoltato tantissima opera lirica. Perché il violoncello? Perché mi ha affascinato sin da bambina, lo vedevo tra le braccia di una mia amica poco più grande, molto simpatica, mezza francese e mezza italiana, che si chiamava Eléonor, come me. Ho studiato con il metodo Susuki». Un sistema di insegnamento per i bambini che prevede, tra l’altro, di imparare prima a suonare e dopo a leggere la musica .Tra i compositori classici il suo preferito è Mendelssohn.
«In questo momento della mia vita mi sento molto affine a lui perché ha un modo di scrivere giovanile, molto brillante, vicino alla mia età». Un pomeriggio della settimana scorsa Eleonora e Cosmaola si sono incrociate al Conservatorio, in un’aula torrida nonostante i due ventilatori: finita l’ora di lezione dell’una, è cominciata quella dell’altra per continuare a preparare con Silvia Chiesa i concerti ‘vinti’ alle rispettive audizioni.
«Si tratta di una grande opportunità per un ragazzo, perché normalmente un solista viene chiamato quando è già in carriera — commenta la loro insegnante —. Non capita tutti i giorni che i giovani abbiano la possibilità di ritrovarsi sul palco con un’orchestra professionale e un direttore professionista. Eleonora e Cosmaola vivranno un’esperienza di quello che, si spera, sarà il loro brillante futuro. Non sono solita attribuirmi i risultati della didattica, ma stavolta devo dire che qualcosa di buono è stato fatto». Da lei, dalle sue allieve e dal Monteverdi.
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