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MOTTA BALUFFI

Il contadino scrittore: «I miei ricordi di quando il poco era di tutti»

Il 93enne Dino Gerevini pubblica il suo primo libro curato da Lucia Tognocchi. Racconta la vita nei campi, la guerra, le stagioni che scandiscono ogni gesto, il senso profondo dell’appartenenza alla terra

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

19 Aprile 2025 - 16:48

Il contadino scrittore: «I miei ricordi di quando il poco era di tutti»

MOTTA BALUFFI - La sala consiliare è stata la cornice della presentazione di ‘Ricordi di un contadino del Novecento’, il primo libro di Dino Gerevini, 93 anni, contadino per una vita, ora anche scrittore. Una pubblicazione che non nasce da un desiderio tardivo di scrivere, ma da un’esigenza più profonda: lasciare un segno, raccontare un mondo che non c’è più. «La mia cultura si ferma alla quinta elementare», ha detto Dino con semplicità e orgoglio, consapevole che la vera ricchezza è quella vissuta, non quella studiata.


La genesi del libro è curiosa. Tutto è cominciato per caso, in un centro termale a Tabiano, dove Dino ha incontrato Lucia Tognocchi, che lui stesso definisce la sua ‘musa ispiratrice’. Tra i vapori delle cure, una chiacchiera tira l’altra, e Lucia intuisce subito il valore di quei racconti spontanei: la vita nei campi, la guerra, le stagioni che scandiscono ogni gesto, il senso profondo dell’appartenenza alla terra. Da lì nasce l’idea del libro, che Gerevini ha scritto, e Tognocchi ha curato.


Il volume raccoglie ricordi d’infanzia e adolescenza vissuti «prima e durante l’ultimo conflitto mondiale», episodi frammentati ma coerenti, raccontati con parole semplici, «ma puntuali e con un velo di nostalgia». Dino narra un’esistenza scandita dal ritmo delle stagioni, dove tutto era lavoro, ma anche condivisione: la cura dei bachi da seta, la macellazione del maiale, le feste popolari. C’è Santa Lucia che arriva nella notte coi doni, le stalle d’inverno con le donne che lavorano ai ferri e i bambini incantati ad ascoltare i racconti degli adulti. «Si viveva di poco, ma quel poco era di tutti. Ci si bastava», ha ricordato.


Non manca lo sguardo critico sul presente da parte di Gerevini. Il libro, pubblicato con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Motta Baluffi e edito da Edizioni Progetto Cultura, è stato presentato alla presenza del sindaco Antonietta Premoli, della curatrice Lucia Tognocchi, dell’ex sindaco Giovanni Vacchelli e di tanti cittadini. Nessuno si è stupito nel vedere un uomo con la quinta elementare trasformarsi in scrittore.

Chi conosce Dino Gerevini, conosce la sua lucidità, la sua passione, il suo legame indissolubile con il Po e con la sua gente. Ricordi di un contadino del Novecento è più di un libro di memorie. È un atto d’amore verso un mondo contadino che «è rimasto a lungo inalterato» e che oggi, Dino lo sa bene, «non esiste più». Un modo per farlo rivivere, almeno sulla carta, e lasciarlo in eredità alle generazioni future.

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