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SAN DANIELE PO

Il ponte Verdi aspetta ancora, una storia infinita

Il 2023 doveva essere l’anno dell’intervento decisivo, invece tutto è stato rinviato. La struttura ha avuto bisogno di parecchi interventi da otto anni a questa parte ed è in attesa di quello più corposo ed importante

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

07 Gennaio 2024 - 14:39

Il ponte Verdi aspetta ancora, una storia infinita

ROCCABIANCA - Una storia infinita, verrebbe da dire. Che il ponte Verdi, quello che collega la sponda cremonese a quella parmense tra San Daniele Po e Roccabianca, sia malato da ormai troppo tempo è evidente. Che la burocrazia ci metta del suo anche. Il risultato però è che questa struttura inaugurata nel 1980, ha avuto bisogno di parecchi interventi da otto anni a questa parte ed è in attesa di quello più corposo ed importante. Puntualmente rinviato per varie ragioni.


«I fondi per l’intervento da 20 milioni di euro – spiega il sindaco di Roccabianca Alessandro Gattarache è quello più importante sia come spesa sia come lavoro strutturale, erano stato stanziati nella primavera del 2020 con i lavori da affidare entro la fine del 2022. Una proroga ha permesso di rinviare il tutto al 2023 e si ipotizzava che i lavori sarebbero potuti partire entro l’estate, ovvero il periodo di magra. Ovviamente non è stato così e vedremo cosa accadrà col nuovo anno». Il progetto esecutivo dell’intervento c’è già, a metà gennaio scadrà il bando per affidamento lavori e poi si dovrà attendere di capire chi farà l’intervento e quali saranno le tempistiche.

Alessandro Gattara


«Nella somma stanziata si prevede il lavoro in alveo, il più complicato, sulle pile numero 60 e 61 che appaiono decisamente usurate e verranno consolidate. Verranno messi nuovi pali attorno a quelli già presenti, poi ci saranno interventi su giunti, travi, guard-rail, parapetti ed infine asfalti». Insomma, una serie di interventi che dovrebbero garantire maggiore sicurezza e soprattutto prolungare in modo significativo la vita della struttura stessa. «Credo che questo intervento possa davvero dare buone garanzie in tal senso. Il ponte è sicuramente malandato, ma non è sicuramente a fine vita come si suol dire. Sono fiducioso si possa risolvere gran parte del problema».

Che dal 2015 almeno è diventato consistente. I primi interventi, costati circa 9 milioni di euro, avevano riguardato il consolidamento di alcune travi di impalcato, delle pile e dei pulvini in golena e la realizzazione dei ritegni sismici. Il traffico era stato in un primo tempo vietato, poi è stato introdotto il senso unico alternato e il limite di velocità a 30 km/h che attualmente sono le uniche precauzioni. «Non so se verrà chiuso di nuovo per un breve periodo, questo lo sapremo quado inizieranno i lavori, ma certo le precauzioni sul tratto più critico sono necessarie. D’altronde non ci possiamo permettere di far chiudere definitivamente un collegamento stradale tra le due province così importante».


Inaugurato nel 1980 il ponte Verdi ha notevolmente ridotto i tempi di percorrenza per chi, dalla bassa cremonese, voleva raggiungere il territorio parmense. Poi, però, la mancanza di manutenzione sistematica ed il notevole traffico hanno probabilmente provocato un’usura precoce alla struttura. «Le sollecitazioni significative, le numerose asfaltature, ma anche il sale usato in inverno che purtroppo ha dato problemi di corrosione alle travi sono solo alcune tra le cause dei problemi che troviamo oggi e che si spera possano essere risolti al più presto».

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