L'ANALISI
08 Settembre 2023 - 18:14
In attesa della mostra del Dlf, ecco il plastico di Ettore Slanzi esposto a Castelvetro
CASTELVETRO - A fine ottobre spegnerà 90 candeline, ma da dieci anni è letteralmente binario morto. Stiamo parlando della linea ferroviaria Piacenza-Cremona, di nuovo al centro di un pressing degli amministratori locali che chiedono il ripristino del traffico passeggeri: ora anche attraverso una mostra itinerante, pensata proprio per celebrare l’anniversario di fondazione e sensibilizzare sull’importanza di questo collegamento. A promuovere e curare l’evento è il Dopolavoro ferroviario di Cremona, che ha già ricevuto il patrocinio del Comune di Castelvetro.
«Sarà una mostra fotografica e oggettistica sulla storia della tratta e si terrà nelle prossime settimane, siamo in fase organizzativa – spiega l’assessore alla Cultura castelvetrese, Pier Luigi Fontana –. L’idea è quella di fare un’esposizione itinerante, che possa cioè toccare tutte le fermate: Cremona, Castelvetro, Monticelli, Caorso e Piacenza. Noi pensiamo di organizzarla nei locali della biblioteca». Una sorta di preludio però c’è già stato nei giorni scorsi in municipio, dove è stato esposto il plastico ferroviario di Ettore Slanzi.
La linea fu ideata dopo la Prima guerra mondiale per rispondere a necessità militari, i lavori di costruzione però iniziarono nel 1928 e fu inaugurata il 28 ottobre 1933. Fu realizzata a singolo binario, ma predisposta sin dall’inizio all’eventuale raddoppio e all’elettrificazione. Essendo priva di passaggi a livello, fatto estremamente raro per un tratta, è stata considerata strategica e particolarmente rapida. Durante la Seconda guerra mondiale venne però pesantemente danneggiata, in particolare nel luglio 1944 quando venne bombardato il ponte di Cremona. Fu quindi riaperta al traffico solo nel 1949 dopo la ricostruzione della parte di ponte distrutta.
Nel 1985 venne eliminata una fermata inizialmente prevista, quella di Borghetto San Lazzaro alle porte di Piacenza. L’elettrificazione è storia del 2001, mentre fra il 2006 e il 2010 è stata ulteriormente rimodernata per consentire il trasporto mediante convogli speciali delle barre di uranio provenienti dalla centrale nucleare caorsana e dirette a La Hague, in Normandia. Poi la riduzione dei pendolari e infine la decisione regionale, scattata nel dicembre 2013, di sopprimere totalmente il trasporto passeggeri. A premere per il suo ripristino è anche Legambiente, che l’ha inserita fra le linee prioritarie da riattivare, stimando costi per 20 milioni di euro.
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