L'ANALISI
LA TRAGEDIA DI BORDOLANO
10 Novembre 2022 - 21:24
Federico Bonvini e la cugina Serena Sbolli
CREMONA - «In più di due anni non diciamo le scuse, ma neanche un ‘mi dispiace’ ci ha detto». Insieme sono arrivate in Tribunale, insieme sono uscite in lacrime. Tiziana Mazza è la mamma di Serena, sua sorella Tania di Federico. La sera del 9 luglio di due anni fa, giovedì, Federico Bonvini, 18 anni, si è ferito gravemente, ma si è miracolosamente salvato. Sua cugina Serena Sbolli no. Aveva 14 anni. Erano come fratelli, Federico e Serena. Viaggiavano sulla vespa guidata da Federico che stava riaccompagnando a Bordolano Serena dopo aver festeggiato il compleanno della loro nonna Maria a Cignone. Sulla Quinzanese una Fiat Punto li ha travolti. Al volante c’era Ivan Bertoni, 35 anni, camionista, casa a Dello (Brescia), padre di tre bambine. Accusato di omicidio stradale e di lesioni gravissime, processato con il rito abbreviato, oggi Bertoni è stato condannato dal gup Elisa Mombelli a 4 anni di reclusione, calcolando l’attenuantyre del risarcimento del danno e di un concorso di colpa di Federico. Sette ne aveva chiesti il pm Chiara Treballi. A Bertoni è stata revocata la patente di guida. Oggi fa il muratore.
Quella maledetto giovedì sera stava l’imputato stava rincasando dal lavoro. Guidava sotto l’effetto di cocaina ed era al telefonino su quella strada strada dove il limite è di 70 all’ora, ma lui pestava forte, andava a 120. Federico era in vespa con Serena. Cento metri e sarebbero arrivati a casa. In prossimità dell’intersezione per Bordolano, Bertoni li stava superando sulla sinistra, lì dove la linea è continua. È vietato. Anche Federico ha svoltato a sinistra senza accorgersi di quella «mina vagante». L’impatto, la tragedia, tre famiglie distrutte. Non c’è condanna e non c’è risarcimento che possano restituire una figlia ai genitori, papà Orlando e mamma Tiziana, e la sorella Chiara. Che possano lenire il dolore di zia Tania, di Federico. Che possano rimarginare la ferita dei nonni Luciano e Maria.
Una famiglia molto unita, la loro. Le feste sempre insieme, le vacanze anche. Dovevano partire per la montagna, quell’estate. Livigno la meta. «Mia figlia vale 4 anni di reclusione». Impossibile fermare il pianto di mamma Tiziana e asciugare le lacrime di zia Tania, oggi. Il tempo si è fermato alle 21.20 di quel giovedì. Federico fu trasportato in eliambulanza all’ospedale. Lottava tra la vita e la morte, si temeva il peggio. Lui ce l’ha fatta. Serena era rimasta sull’asfalto, morta sul colpo. Una ragazzina in gamba, Serena. Aveva frequentato il primo anno di Design d’interni e Arredo all’Istituto Stradivari di Cremona, faceva l’ animatrice al grest a Corte de’ Cortesi , organizzava rappresentazioni teatrali con i bambini in oratorio a Bordolano, a Casalbuttano da anni frequentava i corsi di pattinaggio della società San Giorgio.
Quattro anni di reclusione contro i sette chiesti dal pm, «perché il giudice ha accolto la nostra tesi difensiva, riconoscendo un concorso di colpa nella condotta del ragazzo, come ha accertato il nostro consulente, l’ingegnere Alberto Massarenti di Mantova», ha spiegato l’avvocato Nodari. Un concorso di colpa che, al contrario, non era stato riconosciuto dall’ingegnere Maurizio Pareti di Piacenza, il perito messo in campo dal gup, esaminato e contro esaminato dalla difesa alla scorsa udienza.
Nella memoria difensiva, l’avvocato Nodari ha scritto che Federico «non avrebbe manifestato l’intenzione di svoltare a sinistra con sufficiente anticipo rispetto all’incrocio. Dall’accertamento peritale è emerso che quando mancavano due secondi all’urto, l’autovettura condotta dall’imputato aveva già palesato, pur in modo non conforme e in violazione di più disposizioni del Codice della strada, l’intenzione di sorpassare, invadendo con le ruote di sinistra l’altra corsia di marcia, mentre a 52 metri dall’impatto il motociclo non aveva ancora manifestato in alcun modo la propria volontà di eseguire una svolta a sinistra»
Federico mai avrebbe immaginato di essere sorpassato dove la linea continua vieta i sorpassi. È un ragazzo in gamba. Un anno fa ha preso la maturità all’Istituto Torriani (chimica dei materiali): 110 e lode, dedicando la lode a Serena. «Questa mia grande vittoria la dedico a mia cugina Serena, che mi avrà sicuramente aiutato e sostenuto». Oggi Federico frequenta la facoltà di Chimica all’università di Parma. «Vogliamo ringraziare tre paesi: Bordolano, Corte de’ Cortesi e Cignone — dicono mamma Tiziana e zia Tania —. Tutti ci sono sempre stati vicini, anche stamattina, giorno della sentenza. Ci dispiace che in questi due anni e quattro mesi nulla sia stato fatto per modificare la viabilità in quel tratto di strada dove sono accaduti altri incidenti, anche se non così gravi».
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