L'ANALISI
22 Marzo 2021 - 22:14
Matilda De Angelis
CREMONA (23 marzo 2021) - «In realtà si tratta di una serie tv romanzata, non è che si può fare ‘na rottura de palle su Leonardo da Vinci»: parola di Matilda De Angelis, l’attrice del momento, partner di Nicole Kidman e Hugh Grant nonché co-conduttrice della prima serata di Sanremo. Lo ha detto l’altro ieri a Domenica in, provocando l’irrefrenabile risata di Mara Venier e accendendo la curiosità intorno al personaggio di Caterina da Cremona, presunta musa (e vittima) del genio toscano. La prima puntata della fiction Leonardo - produzione internazionale, Aidan Tirner nei panni del protagonista e la partecipazione straordinaria di Giancarlo Giannini - andrà in onda stasera alle 21,25 su Rai1. Tutto nasce e ruota attorno a un capolavoro perduto, Leda col cigno. Il dipinto non c’è più, inghiottito in un buco nero della storia. Ne restano tracce attraverso un certo numero di studi dello stesso Leonardo e diverse copie di allievi dell’artista o di suoi imitatori. Anche Raffaello ha realizzato un disegno dal dipinto leonardesco che all’epoca - siamo nei primi anni del Cinquecento - era molto noto e apprezzato. Da questo capolavoro perduto e dal mistero che aleggia intorno alla modella che impersona Leda, nasce la storia molto, molto romanzata dà vita alla fiction. Caterina da Cremona, personaggio fittizio e sostanzialmente inverosimile, è modella, musa, amica, sostenitrice e amore platonico di Leonardo. Lui è un personaggio inquieto, figlio naturale di un notaio fiorentino, cresciuto con i nonni paterni senza conoscere la madre. È un pittore alle prime armi, che si sta facendo strada nella bottega del Verrocchio e che non ha ancora trovato la sua dimensione come artista. Per di più è curioso, pronto sempre a sperimentare strade nuove. E anche Verrocchio intuisce che quel giovane tormentato è il migliore e il più promettente dei suoi allievi. Basterebbe questo, probabilmente. La forza creativa, il talento che si esprime attraverso capolavori, la capacità di parlare ai contemporanei e di saper stupire ancora, secoli dopo.
Eppure, nella prima puntata, ambientata a Milano nel 1506, Leonardo viene arrestato con l’accusa di avere avvelenato proprio Caterina da Cremona. «Ma di questo omicidio - ha detto Turner - nulla sappiamo. E di Caterina? Come ci ha spiegato Frank Spotniz (uno degli sceneggiatori, ndr), è esistita la modella, lo sappiamo da alcuni contratti, e la sua figura traina la storia attraverso gli otto episodi». Non è un documentario, è una serie tv, si affannano a ripetere sceneggiatori, produttori e interpreti e davanti a questo si ferma la pretesa di veridicità storica. Sullo sfondo dell’Italia del Rinascimento - è l’immagine dell’Italia ancora vincente all’estero, questo non va dimenticato -, mentre Leonardo crea i suoi capolavori, conteso dalle corti d’Europa, si innesta quindi una crime story con tanto di investigatore (Stefano Giraldi, interpretato da Freddie Highmore), che tenta di capire le motivazioni dell’artista-ingegnere-inventore. «Ci siamo ispirati a fonti vere ma, poi, gli sceneggiatori hanno avuto la necessità di inventare qualcosa su una vita che ha molti punti oscuri», ha sottolineato Luca Bernabei, produttore della serie con la sua Lux Vide insieme a Rai Fiction e ad alcune società straniere. La veridicità della storia viene quindi sacrificata in nome dell’audience. È la televisione, bellezza.
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