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IL CONCERTO

Tra gag e virtuosismi, il funambolo del pianoforte incanta Crema

Matthew Lee conquista il San Domenico con ironia e ritmo travolgente. Dagli esordi su YouTube all’addio al conservatorio, una serata tra storie, musica e colpi di scena rock. Vuoi che prepari anche una caption per i social?

Greta Mariani

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redazioneweb@laprovinciacr.it

10 Maggio 2025 - 08:17

CREMA - Inizio roboante, come il genere richiede. Annuncio con voce fuori campo, come nei migliori locali americani, cui la sua musica si ispira. La vibrazione del Rock ’n’ Roll e del country targato Matthew Lee tra gli affreschi del teatro San Domenico, ieri sera, ha acceso la platea. Il cantante e musicista italiano (ma con sangue artistico statunitense nelle vene) si è presentato al pubblico seduto allo strumento che ne ha decretato un successo internazionale, il pianoforte, attorniato e accompagnato da ottimi musicisti. Ma dopo un super inizio, uno stop forzato che minacciava la buona riuscita del concerto. Un intoppo tecnico proprio in apertura del concerto - problemi alla diffusione del pianoforte - è stato gestito con ironia e simpatia dall’artista, che con pazienza e tante battute ha saputo intrattenere il pubblico, con grande professionalità. «Mi ero tanto esercitato per venire qui a Crema. Però giriamo sempre con due pianoforti e ne abbiamo visto un altro nel foyer, ce la faremo».

Poi la sistemazione suoni al volo, in diretta e via con la serata: «Ma quando vi ricapita di vedere un soundcheck dal vivo?», ha scherzato ancora il musicista, facendo poi scivolare la musica verso il coinvolgente Rock di voce e rapidi movimenti sulla tastiera. Voce notevole, pari al talento al piano. Arrangiamenti e versioni personalissime di brani che hanno segnato i tempi del mondo e la carriera artistica di Lee. Con quel pianoforte, può fare ciò che vuole, si direbbe. Ed è proprio la frase che si addice a Matthew Lee, che di questo strumento è definito ‘funambolo’, essendo capace di farlo suonare anche con le mani dietro la schiena e con altre trovate ben riuscite. In scaletta, brani come Nel blu dipinto di blu (nella versione americana più nota come la sola Volare), Great Balls of fire, Be bop a Lula. Ma anche canzoni dello stesso Lee, accompagnate dalla loro storia: la prima proposta, Rock ’n’ Love, scritta con l’amico Paolo Belli in tempo di pandemia come auspicio di ripartenza. Poi con Non mi credere ha raccontato una storia finita, tra struggimento e intimismo. Completo nero e giacca bianca, occhiali da sole e ciuffo biondo, per brani come Splish Splash e poi per trascinare il pubblico nel mondo di Elvis. Quella musica che l'ha affascinato quando, a Pesaro negli anni '90, voleva fare Rock ’n’ Roll ma non aveva il piano con cui fare serate, non veniva pagato e aveva visto solo nel riprendersi coi video da postare su You Tube una via per il successo. I suoi video vengono intercettati da Paolo Limiti, che lo ha chiamato nella sua trasmissione in tv. Da lì, è nato l’interesse nei suoi confronti anche di un pubblico più ampio. Di racconto in racconto, di canzone in canzone, il concerto si è snodato nella serata cremasca, sul filo rosso dei ricordi di Lee. Col protagonista, anche musicisti di altissimo livello: Lorenzo Astonia (chitarra blues tra le più quotate in Italia); Daniele Raffaelli (basso) e Giuseppe Tortorelli (batteria). Tra i momenti principali dello show il racconto degli anni al conservatorio, dal quale è stato poi radiato per la sua esuberanza: «Volevo andare oltre il classico. Lì mi sembrava tutto già scritto, solo da eseguire. Ma non era ciò che volevo per me. Non so quante casse e pianoforte ho smontato per trovare il mio suono, che fosse mescolanza di generi. Quella era la mia strada. Ora sentirete il medley con il quale mi sono meritato l’esclusione dal conservatorio», ha scherzato l’artista, prima di eseguire la seconda parte della scaletta, che ha visto altri grandi brani come Johnny Be Good, Always on my mind, Cannonball e molto altro. Una serata cremasca dal sapore Usa, con un esploratore e sperimentatore della musica a 360 gradi.

Fotogallery: FotoLive/Massimo Marinoni

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