L'ANALISI
21 Ottobre 2025 - 14:05
CREMONA - Che disco gettonare, come colonna sonora di un pareggio che fa male come un paio di scarpe strette? L’unica cosa che mi salta in mente è per l’appunto una colonna sonora, quella del film Il paziente inglese.
Anche se a noi andrebbe meglio un titolo rimescolato, L’inglese paziente. E magari anche il suo seguito, Il cremonese paziente.
Jamie Vardy deve avere pazienza, e noi con lui, perché il suo primo gol in grigiorosso non è ancora arrivato.
Sembrava essere nell’aria, perché la Cremo giocava meglio dell’Udinese e creava più occasioni di lei; perché Vardy era in partita e lo è rimasto fino in fondo, perché la prestazione c’è stata, la tenuta atletica pure, e sono arrivate anche le occasioni.
Due, vistose come un vestito di Kim Kardashian. La prima poco dopo il pareggio friulano, quando Bonazzoli lo ha lanciato da solo verso la porta, ma un tocco un filo troppo lungo ha permesso al portiere dell’Udinese di sbarrargli la strada. E poi oltre il novantesimo la seconda, quella che valeva la partita, sulla quale ha perso il momento magico per mettersi la palla sul destro permettendo a un difensore di salvarsi in angolo.
Così Vardy per adesso è un eroe mancato. Si è integrato bene nel collettivo, ha giocato anche bene, ma a lui si chiede prima di tutto i gol, si è pronti a perdonare tutto basta che faccia i gol.
Qualcuno ha detto che se quei due gol li avesse sbagliati qualsiasi altro grigiorosso sarebbe stato lapidato sul campo, e c’è del vero. Ma lui non è uno qualsiasi, per cui le critiche vengono sospese con la condizionale.
La conosce benissimo lui per primo, la durissima legge che regola la vita e le fortune dei centravanti: la differenza non la fa come giochi, la fa se segni o no.
E così Jamie, dopo Cremo-Udinese, mastica il pane nero dell’eroe mancato, la Cremo si deve far bastare un punto come ricompensa della miglior partita giocata fin qui.
I giocatori dell’Udinese, con le maglie che gli è toccato indossare, più che una squadra sembravano una scatola di cioccolatini, e la Cremo gli si è avventata addosso con la golosità di un branco di bambini.
Subito il gol di Terracciano, ma anche tanto di più, con un Van de Putte versione piccolo diavolo, con Bondo e compagni determinati a contestare ogni pallone ad avversari più ricchi di talento puro e pericolosi con i loro improvvisi cambi di ritmo, ma in vistosa sofferenza.
E solo perché era scritto così si è arrivati a metà con un solo gol di differenza.
Differenza annullata in apertura di ripresa da Zaniolo, sulla seconda occasione costruita fin lì dai friulani.
Ma la Cremo non si è scomposta, ha cambiato modo di giocare anche perché le energie a un certo punto vanno dosate, ma alla fine le occasioni migliori sono state ancora sue.
Il catalogo dei rimpianti: la traversa di Bonazzoli, il palo di Vazquez, e… e sì, i due gol che Vardy doveva fare e non ha fatto.
Non resta che tenersi la bella prestazione collettiva, e il punto che comunque non si butta mai via. Su questa strada arriveranno le vittorie e anche i gol di Vardy.
Quindi, la parola d’ordine per tutti è pazienza. Vale per Il paziente inglese, e per i pazienti cremonesi.
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