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L'INIZIATIVA

Racconti di Libertà, la città diventa palcoscenico per riscoprire la Costituzione

Un percorso itinerante racconta storie, diritti e memoria, intrecciando vicende storiche e contemporanee attraverso scene dal vivo, musica e danza

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

25 Ottobre 2025 - 10:44

Racconti di Libertà, la città diventa palcoscenico per riscoprire la Costituzione

Una scena dal trailer della pièce itinerante ‘Racconti di Libertà’

CREMONA - C’è un teatro che non si fa sul palcoscenico, ma nelle strade, nei cortili, davanti alle scuole e dentro i musei. È un teatro che si muove insieme alla città, che la abita e la trasforma, che fa parlare i luoghi e le storie che li abitano.

È questo lo spirito di Racconti di Libertà – Un viaggio teatrale alla riscoperta della Costituzione, il nuovo progetto ideato e diretto da Mattia Cabrini, in scena oggi e domani, con tre repliche giornaliere (10.30, 15.30 e 18) e partenza dalla Ciclofficina La Gare des Gars di via Dante.

cabrini

L’attore e regista Mattia Cabrini

«Io l’ho chiamata una passeggiata teatrale», racconta Cabrini. «Nasce da un progetto sostenuto dalla Fondazione Comunitaria per la Provincia di Cremona. Abbiamo lavorato due anni, chiamando a collaborare Lapsus, un’associazione di giovani storici di Milano. A loro ho chiesto una ricerca sulla nostra città durante il ventennio fascista, la Resistenza, la Liberazione, ma anche fatti di cronaca contemporanei che si potessero legare ai primi dodici articoli della Costituzione».

Dodici articoli, dodici principi fondanti, dodici luoghi della città.
Un percorso che intreccia la memoria con la vita quotidiana, il passato con l’oggi, la storia con le storie.

«Lapsus ci ha fornito materiali storici e testimonianze. Noi li abbiamo trasformati in un testo che è un intreccio tra storia e storie: vicende accadute negli anni Quaranta e racconti di oggi, un modo per far risuonare i principi costituzionali nei luoghi di tutti i giorni».

La camminata parte dalla stazione dei pullman, per poi spostarsi alla stazione dei treni, dove si ricorda il bombardamento alleato e la storia di una donna, la signora Scaffa, che riuscì a salvarsi per miracolo.

«Poi via Palestro, dove prende corpo la figura di Bianca Bianchi, docente perseguitata dal fascismo, e il passaggio all’istituto Aselli, con il permesso speciale del preside, per evocare il tema della scuola e della libertà di insegnamento», spiega il regista che ama immaginare la città come scenografia viva.

«Ho questa fissa: mi piace usare la città come palcoscenico. Ogni luogo diventa voce, memoria, racconto».

Così la chiesa di San Vincenzo ospita un momento dedicato ai Patti Lateranensi e al tema della laicità dello Stato. Poi arrivano le scene teatrali dal vivo, tre momenti che intrecciano ironia, tenerezza e dolore.

«Una prima scena è comica e amarissima: un uomo tenta di prenotare una visita medica, ma il call center lo rimanda a tre anni dopo. È il principio del diritto alla salute che si scontra con la burocrazia – racconta il regista della Compagnia dei Piccoli -. Poi due professoresse al Museo Civico si contendono un posto di lavoro, rivelando precarietà, competizione e fragilità del mondo dell’istruzione».

Infine, la storia di Vittorio Parpaglioni e Sibilla Barbieri, madre e figlio, uniti nell’ultimo viaggio verso la Svizzera per il diritto di morire con dignità:
«Sibilla era un’attrice, viveva a Roma. Quando si è ammalata ha chiesto di morire a casa sua, ma non le è stato permesso. È il figlio ad accompagnarla. Poi verrà indagato. È una storia vera, dolente, che interroga la coscienza civile», spiega Cabrini.

Dal Museo Civico si passa a piazzetta Coppetti, poi a corso Campi, dove si racconta la tenera e clandestina storia d’amore di due ragazze che si nascondevano nella galleria accanto a Tiger per potersi baciare.
Qui il tema è quello della libertà e dell’uguaglianza, del diritto di amare.

Poi galleria 25 Aprile, dove si rievoca l’arrivo del Duce a Cremona, tratto dagli articoli di giornale dell’epoca fascista: un tuffo nel passato per non dimenticare la manipolazione e la propaganda.

Infine, la narrazione approda a piazza del Comune, dove si legge il diario della Liberazione:
«Cremona fu liberata dai partigiani del Cln, non dagli Alleati», ricorda Cabrini.

Si passa in cortile Federico II, con la targa dedicata alle donne della Resistenza:
«C’è un dialogo simbolico tra Farinacci e una partigiana come a dire: “questa è la nostra storia”».

Il percorso si chiude in piazza Marconi, con una scena danzata, quasi una festa: un gruppo musicale e una danzatrice creano una coreografia di libertà, fisica e collettiva, come un ultimo abbraccio della città a sé stessa.

Ogni gruppo di spettatori sarà composto da quaranta persone, accompagnate da due guide, Maddalena e Francesca, che conducono la camminata e intrecciano i racconti.

Racconti di Libertà non è solo uno spettacolo, ma un gesto civico, un modo per riappropriarsi della città e della Costituzione, per sentirne la voce nelle pietre, nelle storie, nei volti.

Un teatro che non insegna, ma ricorda; non spiega, ma accompagna; non divide, ma unisce.
Perché la libertà, come la Costituzione, non è mai data una volta per tutte: va percorsa, insieme, passo dopo passo.

Le repliche prevedono la partecipazione di 40 spettatori per volta, muniti di cuffie.
Per partecipare o avere informazioni: telefono 333.8561596, oppure info@compagniadeipiccoli.it

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