L'ANALISI
PIEVE D'OLMI
01 Dicembre 2025 - 11:24
PIEVE D'OLMI - Non si placano gli strascichi polemici dell’ultimo consiglio comunale di Pieve d’Olmi dopo che due consiglieri di maggioranza, Somenzi e Arini, oltre che i tre di minoranza, Zabert, Viola e Caggioni, hanno lasciato l’aula a seduta appena iniziata. Il Gruppo Consiliare di minoranza "Pieve nel Cuore di Tutti" attraverso una nota ha voluto puntualizzare diversi concetti, soprattutto in risposta a quanto dichiarato dal primo cittadino Stefano Guastalla subito dopo il consiglio di venerdì.
«I consiglieri di minoranza hanno agito nel pieno rispetto delle istituzioni e delle norme vigenti. La nostra uscita dall'aula prima della votazione è stata motivata e ha seguito quanto regolamentato dagli articoli del Regolamento degli Organi Collegiali di questo Ente. Ricordiamo che non è compito della minoranza garantire il numero legale né fornire una maggioranza all'Amministrazione in Consiglio. Questo onere spetta unicamente al Sindaco e ai Consiglieri che lo sostengono, la cui coesione si fonda sul rispetto reciproco e sulla fiducia. Votare a favore di una delibera consiliare implica rendersi corresponsabili delle scelte amministrative operate nei confronti dei cittadini e di terzi in caso di causa per danno».
Quanto alla mancanza di fiducia politica e amministrativa, la minoranza ribadisce che «sindaco e giunta non siano all’altezza di meritare tale fiducia, viste le ormai numerose occasioni in cui hanno dimostrato una scarsa e insufficiente conoscenza degli atti e dei processi amministrativi. Siamo stati presenti all'adunanza consiliare per dovere e rispetto degli elettori che ci hanno accordato la loro preferenza nel 2024. La nostra uscita dall’aula, è stato un atto politico dimostrativo ma ha anche inteso evidenziare in modo inequivocabile la mancanza di una maggioranza netta in Consiglio Comunale e il sostanziale fallimento di questa Amministrazione».
E proprio su questo aspetto la minoranza rincara ancora la dose. «In 18 mesi di mandato, l'amministrazione ha concluso poco o nulla di significativo: i progetti e gli altri interventi sono stati sospesi o riprogettati con conseguente aumento dei costi per la collettività. Ritenendo che tale comportamento abbia causato un danno economico diretto al Comune, come Gruppo Consiliare abbiamo già inoltrato quattro distinte segnalazioni per danno erariale alla Corte dei Conti».
Infine un accenno al consenso popolare. «Il sindaco fa riferimento alla volontà popolare: è vero, ha vinto nel 2024 con un margine di 55 voti. Tuttavia, siamo convinti che quel consenso popolare oggi sia venuto meno. Questo, è chiaro, non basta a far cadere un Sindaco, che rimane in carica finché mantiene la fiducia dei propri Consiglieri di Maggioranza. Sono proprio quest’ultimi, però, che ora dovrebbero tenere in debita considerazione il pensiero dei propri elettori e il mandato ricevuto, per decidere se mantenere o ritirare una fiducia che non è un atto dovuto, ma un elemento da riconquistare giorno dopo giorno, basato sulla competenza e sui risultati».
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